(Il Romanista - M.Macedonio) «Sappiamo tutti che Francesco è un calciatore diverso, per qualità. E che prima o poi i gol li fa. Oggi ne ha fatti due bellissimi.
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«Totti speciale, Roma ok»
(Il Romanista – M.Macedonio) «Sappiamo tutti che Francesco è un calciatore diverso, per qualità. E che prima o poi i gol li fa. Oggi ne ha fatti due bellissimi.
Gli faccio i complimenti per il record, ma soprattutto per il suo comportamento e la voglia di essere importante per la squadra». Un riconoscimento sincero, e che non poteva mancare, quello di Luis Enrique al capitano giallorosso al termine della gara. «Nessuna festa, però. Martedì abbiamo un’altra gara importante. Un’altra possibilità di far vedere ciò che possiamo fare». Gol e spettacolo, quelli visti all’Olimpico, artefice una squadra sempre più in crescita. «Se è il mio calcio? – chiede il tecnico. – E’ il calcio che piace a qualsiasi allenatore. Che diverte i propri calciatori e alla fine ti dà maggiori possibilità di vincere le partite».
(...) Dopo Catania, dove in quell’acquitrino la squadra aveva denunciato qualche difficoltà, ecco finalmente una prova degna della miglior Roma. «Oggi la partita è sembrata facile perché fin dall’inizio siamo stati quasi perfetti, ma il Cesena – sostiene ancora Enrique – è squadra di grande qualità, soprattutto in attacco. Noi siamo stati molto intensi, sia in fase offensiva che difensiva, e la partita è sembrata subito quasi finita (...)».
Una vittoria ottenuta senza tre giocatori fondamentali, come Burdisso, De Rossi e Osvaldo. A dimostrazione che il gioco non passa necessariamente attraverso alcuni nomi. «C’è sempre una differenza tra uno e un altro. Importante è avere fiducia in tutti i calciatori. E’ così che incrementiamo il lavoro quotidiano e la squadra diventa più forte».
Chiara anche la spiegazione del perché alcuni cambi. «La verità è che noi allenatori guardiamo sempre un po’ più avanti, anche se non sempre si può fare. Ho pensato che martedì giochiamo di nuovo ed è importante preservare lo stato fisico di ogni calciatore. Bojan, Kjaer e Viviani? Magari martedì giocano titolari. Ho sempre dato importanza all’allenamento mettendo in campo quelli che ritengo più giusti per ogni gara».
Un bilancio e un voto al termine del girone di andata? «Continuo a pensare alla prossima partita. Credo comunque che siamo sulla strada giusta. All’inizio non mi aspettavo tanti problemi, ma ora comincio a vedere ciò che ho cercato di far capire ai giocatori. Quello che mi dà più piacere è vedere che tutti si impegnano nelle due fasi, e spero che si continui così. Un voto? Non lo so. E’ lavoro vostro».
Cosa manca ancora? «Manca tantissimo – risponde deciso il tecnico. – Abbiamo preso un gol, e non si deve mai pensare che tutto è fatto. Sennò perdiamo la testa. Vincere oggi serve solo a dare fiducia per andare a Torino e fare una bella partita contro una squadra fortissima».
Da una partita “matta”, come a Catania, a una perfetta. «Oggi era una trappola. Con un 3-0 dopo 8 minuti, si può solo perdere. Ne mancavano 82 per perderla. Mi è invece piaciuto che la squadra abbia continuato a giocare nello stesso modo. Mi ricordo che, contro la Lazio, era diventata più rinunciataria. Non mi piace. Credo che in 90 minuti si debba giocare sempre con lo stesso atteggiamento. E mi dà piacere anche il tifo, che continua a crescere, e questo è un buon segno anche per la società». Cosa è cambiato dalla partita con la Juve in campionato a questa di martedì prossimo? «Riuscire a fare la nostra proposta con qualsiasi squadra. Sarà così anche martedì. Se non ci saremo riusciti, vorrà dire che loro saranno stati più bravi. Ma da quella partita non è cambiato nulla. Non c’è una formula magica. Ma solo continuare a fare il proprio lavoro».
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