rassegna stampa roma

«Questa Roma bella e possibile»

(Il Romanista – M.Macedonio) – «Un bilancio? Mi sembra che adesso stia volgendo in positivo. Si cominciano a vedere cose interessanti e l’“idea” – visto che non mi piace parlare di progetto – si sta allargando ed è...

Redazione

(Il Romanista - M.Macedonio) -«Un bilancio? Mi sembra che adesso stia volgendo in positivo. Si cominciano a vedere cose interessanti e l’“idea” - visto che non mi piace parlare di progetto - si sta allargando ed è oggi ampiamente condivisa.

Sono state riviste alcune cose, ma il concetto di base – ci tengo a dirlo – resta lo stesso. Ed è quello, giustamente, tanto caro a Luis Enrique». Così Ubaldo Righetti sulla stagione della Roma al termine del 2011. E’ in vacanza l’ex difensore giallorosso, oggi valente commentatore televisivo. Ma non per questo si tira indietro nell’esprimere un proprio giudizio sull’anno che sta per finire e su quanto potrà arrivare dal prossimo. «Intendo dire - prosegue - che non c‘è stato alcun rimescolamento di carte, come sostengono invece alcuni, né lui ha rimesso in discussione il suo lavoro. Ha soltanto apportato alcuni correttivi, e adesso – va detto – la Roma gioca veramente in maniera straordinaria». (...)

Sono aggiustamenti importanti. Si esce meno sull’esterno con i difensori, ma i due attaccanti – penso soprattutto a Lamela - vanno ad occupare spazi allargandosi, permettendo, quindi, più soluzioni. E costringendo la difesa avversaria ad allargarsi a sua volta, e consentendo ai propri centrocampisti maggiori inserimenti… Insomma, un modo diverso di disporsi in campo, che sta portando i suoi frutti».Decisivo, ai fini degli equilibri, è stato anche il rientro del capitano. «Lui, da sempre, è in grado di creare la superiorità numerica in qualsiasi zona del campo. Come si è visto anche con il Napoli. In queste ultime partite, comunque, non gli ho visto fare prestazioni diverse rispetto a quelle di inizio stagione. Ha sempre corso tanto, e si è mosso anche tantissimo, non dando mai punti di riferimento. E questo è importante per la squadra. Fino all’anno scorso, penso al 4-2-3-1, probabilmente si “abbassava” di meno e si spostava di più lateralmente. Ora, si abbassa di più e si allarga molto meno. Confermandosi sempre utilissimo per i compagni». Alla luce di questo ultimo mese, cosa ti aspetti dal 2012, a cominciare dal mercato in arrivo? «Partirei da almeno un difensore laterale, perché si è visto che Juan, che pure fino a qualche settimana fa era messo in discussione, ha dimostrato che se lo fai giocare in maniera diversa, è ancora un fior di giocatore. Così come Heinze. Insieme, una coppia di prim’ordine. Un terzino, destro o sinistro, però ci vuole, per dare il cambio a chi c’è. Anche se Rosi cresce sempre di più. Per non parlare della conferma di Taddei, un giocatore straordinario.

Ricordo che anche con Spalletti, seppure in emergenza, gli capitò di giocare in quella posizione». Oggi, più che in situazioni di fortuna, Luis Enrique sembra avergli ritagliato quel ruolo in modo stabile. «Nel suo concetto futuristico, penso che un domani i due esterni offensivi diventeranno sicuramente “difensivi”. Nel senso che inizieranno la manovra da “bassi” ma agiranno anche in profondità. E il gioco sarà questo. Basti dire che Rosi è nato esterno alto. Così come Taddei. Due giocatori che hanno la caratteristica di essere propositivi. Per Enrique la fase difensiva non è intesa con il difensore puro che deve correre dietro all’avversario, ma come parte dell’organizzazione generale. E quando c’è organizzazione e ci sono i tempi giusti per andare a pressare l’avversario, mettendolo in difficoltà come ha fatto la Roma in queste ultime partite, diventa più facile anche la riconquista della palla. Tornando al mercato, dico che visto l’infortunio di Burdisso e con un José Angel da rivedere, almeno un difensore serve sicuramente. Non mi sembra invece che servano arrivi in attacco, anche perdendo Borriello, perché il reparto è già abbastanza coperto, anche con il prossimo rientro di Borini, mentre a centrocampo continuo a sperare che arrivi la firma di Daniele De Rossi. Altrimenti, sarà proprio lì che bisognerà lavorare, e alla grande». Oltre al contratto di Daniele, cosa auspichi che il 2012 possa portare? «Innanzitutto, continuità nel lavoro. E poi, se veramente la rosa sarà sfoltita, mi auguro che Luis Enrique metta in pratica quanto avrebbe voluto fare fin dall’inizio. Ovvero, dare spazio a molti dei giovani della Primavera della Roma. Penso a Viviani, a Verre, a Caprari. Sono tutti giocatori validi. E se vengono chiamati in causa in un momento come questo, in cui la squadra è propositiva e sta facendo le cose migliori, il loro inserimento può essere ancora più facile».(...)