(Il Romanista-D.Luciani) «Vincere a Roma era il mio sogno e per farlo ho rifiutato le offerte di Juventus e Inter che mi avrebbero garantito il triplo dell’ingaggio. E ai miei tempi erano bei soldi ». Parole da bandiera.
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Losi: «De Rossi via? Impensabile»
(Il Romanista-D.Luciani) «Vincere a Roma era il mio sogno e per farlo ho rifiutato le offerte di Juventus e Inter che mi avrebbero garantito il triplo dell’ingaggio. E ai miei tempi erano bei soldi ». Parole da bandiera.
Di chi è stato ed è una bandiera romanista. Giacomo Losi oggi ha settantasei anni, un fisico da ragazzino e si diverte ancora a giocare a calcio, allenando l’ItalianAttori, la squadra di cui fanno parte tanti personaggi dello spettacolo che ogni anno fa tanta beneficenza. Siamo andati a trovarlo proprio in una mattinata di allenamenti al Salaria Sport Village, dove prima di scendere in campo con i suoi ragazzi ha commentato il momento della Roma e non poteva non dire la sua sul rinnovo di Daniele De Rossi. «Guarda non ne voglio nemmeno parlare, mi sembra impossibile pensare alla Roma senza di lui – dice con la solita schiettezza Core de Roma – però dipende dalla sua volontà: se De Rossi decide di andarsene è perché vuole una squadra già di livello internazionale per vincere subito. Io volevo vincere lo Scudetto con la Roma e ho rifiutato le offerte delle “grandi”. Purtroppo ai miei tempi mancava una società forte alle spalle. Oggi la società c’è e anche la squadra è forte».
Squadra rifondata con acquisti che piacciono molto a Losi: «Gago è il giocatore che mi ha impressionato di più: un centrocampista forte, maturo per giocare in mezzo al campo. Ovviamente anche Lamela mi sta stupendo, ha grande qualità e personalità ma è molto giovane quindi bisogna andarci davvero piano. Pjanic anche, molto forte tecnicamente ma vorrei giocasse con più coraggio, dovrebbe tirare di più dalla distanza. Comunque tutti i ragazzi acquistati sono molto giovani, che vanno fatti crescere e amalgamati con il resto della squadra». Infine il parere dell’ex capitano giallorosso su Luis Enrique: «Purtroppo ha pagato l’iniziale mancanza di esperienza con il calcio italiano. La Serie A non è la Spagna, un’altra mentalità e soprattutto la Roma non era e non è il Barcellona B. E’ stata un po’ dura per lui imporre le proprie idee e trasmetterle ai giocatori, che però lo hanno seguito e ora ha trovato la quadratura. Forse ha gettato nella mischia troppo presto tutti i giovani, ora invece vedo che sta puntando su calciatori d’esperienza nei ruoli chiave, come Heinze, De Rossi e Totti. Avere giocatori così è troppo importante per fare da guida al resto della squadra». Poi gli elogi: «La bravura di Luis Enrique è stata di riuscire a far acquistare concretezza a questo gruppo che nelle prime partite aveva dimostrato tanta qualità e un bel possesso palla che però rimaneva un po’ fine a se stesso.La squadra ha molta più convinzione, è più sicura, anche se continua a lasciare qualche occasione di troppo. Bisogna solo avere pazienza».
Dal pensiero di "miste"r Giacomo Losi, ecco poi il parere di un romanista doc come Marco Vivio, (...): «Visto che tutti dicono Lamela, io dico che il giocatore che mi ha stupito di più è Pjanic. Ha già dimostrato grandi cose e mi ha colpito la mentalità, veramente da grande campione». Dal centravanti al portiere dell’ItalianAttori, Marcello Magnelli, altro grande cuore romanista, tacciato di essere laziale per aver disputato otto Derby del cuore con la maglia biancoceleste. E’ lui a spiegarci come è accaduto: «Purtroppo eravamo sempre quattro portieri, tutti romanisti e a sorteggio sono sempre uscito io». Difficile però pensarlo di chi in Gallo cedrone urla a Verdone in coma: “Semo tutti froci daa Roma!”. Magnelli dà grandi meriti a chi ha costruito la rosa giallorossa: «Grazie a Sabatini tutti gli acquisti mi sembrano perfetti per il progetto, compreso Josè Angel che è quello che per il momento ha dimostrato qualcosa in meno. Con l’infortunio di Osvaldo poi mi aspetto l’esplosione di Bojan, uno che può fare sempre la differenza». Come in ogni gruppo però c’è anche qualche tifoso di altre squadre, come Max Benvenuto, attore di fede juventina, felice dell’arrivo di Borriello in bianconero: «Sicuramente sarà un buon acquisto, un attaccante tecnico che può essere utile visto che a parte Matri gli altri non stanno segnando molto. Pizarro? Mi piace tantissimo e spero arrivi alla Juve, un giocatore che se sta bene è difficile da tenere fuori. La Roma? Solo complimenti, anche quando non ha fatto risultato ha sempre giocato bene». Dalla Juve al Napoli di Fabio Fulco, (...), che ricorda ancora con amarezza il 3-1 giallorosso al San Paolo: «E’ stata una partita maledetta per il Napoli, due gol con deviazione, il palo di Lavezzi, il gol sbagliato a porta vuota da Hamsik. La Roma comunque fece una gran bella partita e a parte la sfortuna nulla da recriminare. Poi sono un sostenitore di Luis Enrique, sta rivoluzionando la Roma, c’è bisogno di tempo come fu all’inizio per Spalletti. Il giocatore che vi toglierei? Beh peccato che Lamela non l’abbia preso il Napoli». Stessa fede calcistica infine per Enzo Decaro che prima passa e dice simpaticamente: «Qualsiasi cosa dica Fulco sono d’accordo con lui», poi, dopo aver subito in allenamento un grande anticipo da Giacomo Losi, ci fa un piccolo confronto con il Napoli e con Mazzarri: «La Roma di oggi mi ricorda un po’ il progetto del Napoli di due anni fa: da una parte le ingenuità caratteriali di una squadra con un’età media molto bassa e dall’altra tanta qualità e grandi potenzialità. Se i giovani cresceranno bene penso che tra qualche anno la Roma affiancherà le grandi d’Europa. Lamela ve lo invidio proprio, anche se con cinque anni di meno vi leverei anche Totti. Da appassionato di calcio mi piace di più il gioco di Luis Enrique, anche se a dire la verità preferirei un “Luis Mazzarri”, cioè una squadra che faccia il possesso palla della Roma unita all’aggressività del Napoli».
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