rassegna stampa roma

Li sbafatori de la gloria (Trilussa) rivisitati da Bianchini

(Il Romanista – M.Bianchini) – Sono rimasti solo posti in piedi sul carro dei vincitori. Gufi e sciacalli, dopo aver smesso disinvoltamente i panni del livore e della iattura, tentano disperatamente di salirvi.

Redazione

(Il Romanista - M.Bianchini) - Sono rimasti solo posti in piedi sul carro dei vincitori. Gufi e sciacalli, dopo aver smesso disinvoltamente i panni del livore e della iattura, tentano disperatamente di salirvi. E’ la solita farsa della mediocrità. Ieri, censori severi gonfiati di malafede, oggi menestrelli di lodi sperticate in un carosello di facce di bronzo e di code di paglia. Ma la Roma di Garcia pare non accorgersene. Sfoggia indifferenza e marcia spedita per la sua strada prendendo in prestito il verso di Dante Alighieri che lascia cantare ai suoi inimitabili tifosi : "Non di curar di lor ma guarda e passa".  Infatti è passata eccome, la magica giallorossa, senza curar di lor.

Anzi, si è messa a correre come una giovane scapricciata verso la beatitudine, traguardo di vari significati. Ma prima, occorreva sistemare il discorso sulla preminenza cittadina, messo imprudentemente in discussione dal signor Lotito, ancorato per tutta la vita al 26 maggio, perché forse comincia a sospettare che quella data finirà per ammuffire solitaria, sotto la polvere del passato. Non se la prenda presidente, faccia come i suoi tifosi baciati dalla premonizione, i quali hanno trovato nei barili di birra il sorso per dimenticare già prima che cominciasse la partita.

Ma perché indugiare sul "nulla "? Quella corsa del drappello giallorosso incontro all’abbraccio della Curva Sud, impietoso demolitore della fama usurpata, fa venire in mente un quadretto poetico di Trilussa, intitolato: " Li sbafatori de la gloria" . " Un’aquila reale s’era trovata , doppo una vittoria, un fottio de pidocchi sotto l’ale. Allora disse a Giove: - O sommo Dio! Se, come spero passerò a la Storia, nun ricordà chi c’era ar fianco mio…". Naturalmente, ogni riferimento alla simpatica Olympia è da ritenersi puramente casuale.  Meno casuale è sembrato il brontolio del temporale che aveva invaso il cielo dell’Olimpico, facendo immaginare a laziali e invidiosi brulicanti nelle brume del nord, che si trattasse di una innocua minaccia estiva. E’ la tattica di Garcia. Indurre l’avversario a lasciare l’ombrello a casa per poi cercarlo quando è troppo tardi.

E qui risiede tutto il segreto della nuova Roma. Cinica, devastante come lo è stata nel secondo tempo, fotocopia di altre riprese, quando i colpi ai fianchi cominciano a produrre il loro effetto. Ecco allora arrivare i terribili ko, come fulmini che smentiscono le nubi d’estate. Domenica recavano i nomi di Balzaretti e Ljajic, ma le prenotazioni per altre saette sembrano in forte aumento. Dovremmo tenere a freno il cavallo che galoppa troppo in fretta? Macchè, lasciamolo libero da briglie che per troppo tempo hanno represso l’entusiasmo dei tifosi romanisti. E i laziali? Hanno dimostrato delle buone doti i ragazzi biancocelesti. Potrebbero benissimo partecipare alla trasmissione di "Chi l’ha visto ?" .