rassegna stampa roma

Lavoro, lavoro, lavoro: Lamela

(Il Romanista – C.Zucchelli) – Nella città in cui Totti non si allena da vent’anni e De Rossi è già da un anno un giocatore del Manchester City, adesso sembra essere arrivato il turno di Lamela: le 18 partite da titolare su 20...

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) - Nella città in cui Totti non si allena da vent’anni e De Rossi è già da un anno un giocatore del Manchester City, adesso sembra essere arrivato il turno di Lamela: le 18 partite da titolare su 20 presenze non bastano più, adesso bisogna dire che Erik ultimamente gioca male perché esce la sera, perché magari ama la bella vita e perché, addirittura, si è già montato la testa per la prima convocazione con la nazionale argentina.

Lui non ci fa caso, va avanti per la sua strada, è contento perché lo ha raggiunto la fidanzata Sofia mentre i genitori, tornati in Argentina, arriveranno ad aprile e continua a fare quello che ha sempre fatto. Ad esempio: pensare al pallone, giocarci a Trigoria e qualche volta pure a casa, rivedersi le partite della Roma e poi guardare la classifica. Già perché mentre Luis Enrique dice di pensare soltanto al prossimo impegno, Lamela guarda più avanti. Il prossimo anno vuole giocare la Champions, per questo conta i punti che mancano per raggiungere il terzo posto e per questo si informa anche sul calendario delle dirette concorrenti. (...)

A chi gli è accanto spesso fa: «Non capisco perché siamo sotto a loro in classifica, dobbiamo superarli. Se non fosse stato per il gol di Klose...». Già, il gol di Klose, che Lamela ha visto dalla panchina una settimana prima del suo esordio in serie A. Tra dieci giorni, al prossimo derby, sarà tutta un’altra storia. Così come è un’altra storia quella secondo cui Erik non si allenerebbe bene: Luis Enrique, che è uno che non regala niente a nessuno, in conferenza stampa è stato chiaro: «Si allena come un matto». Vero, basta chiedere a chi frequenta Trigoria tutti i giorni. I numeri comunque parlano chiaro: da quando ha risolto il problema alla caviglia, dal 23 ottobre, giorno di Roma-Palermo, Lamela non è più uscito. Ed è stato quasi sempre tra i migliori. Adesso il suo rendimento sembra essere in calo e questo non lo nega nessuno. Da uno come lui, che gli amici definiscono "un oro che gioca a calcio" ci si aspetta sempre il massimo. Però una flessione è fisiologica. (...)

Come tutti, quando vince lo fa con piacere, quando perde bisogna un po’ convincerlo. E allora ci pensa l’amico Diego Giustozzi e alla fine il suo amico Erik cede: si mette sul divano, analizza le giocate sue e dei compagni, è il primo critico di se stesso. E dice: "Qui Osvaldo ha fatto bene, devo farlo anche io". Oppure: "Come tocca il pallone Totti...". Lo dice con umiltà e con voglia di imparare, le stesse sensazioni che ha provato quando ha ricevuto la prima convocazione dell’Argentina per l’amichevole contro la Svizzera. Ha chiamato gli amici e ha detto: "Mamma mia, giocherò con Messi". E non vede l’ora di farlo. Comprensibile. Così come è comprensibile che per lui molto della sua vita in Italia sia ancora una novità: quando incontra qualche avversario che stima particolarmente, vedi Pirlo, gli chiede la maglia. Quando esce a cena beve acqua, ogni tanto si concede la pasta, la carne sulla sua tavola non manca mai. Così come, nella sua vita, non manca mai la musica. (...)