rassegna stampa roma

L’abusivismo degli indossatori

(Il Romanista – P.Franchi) – E adesso magari bisognerebbe dire: forza ragazzi, fatevi un bell’esame di coscienza

Redazione

(Il Romanista - P.Franchi) - E adesso magari bisognerebbe dire: forza ragazzi, fatevi un bell’esame di coscienza

(individuale e di gruppo), rimboccatevi le maniche, giocate con il cuore, mordete l’Udinese ai polpacci, date un senso agli spiccioli di campionato che ci restano. Magari bisognerebbe. Ma io non ho né la forza né tanto meno la voglia di farlo. E non credo proprio di essere il solo. Non so se, come ho letto da qualche parte, a Lecce la Roma abbia giocato la sua peggior partita di sempre: chi ha, mannaggia, qualche annetto sulle spalle ha avuto modo di vedere orrori che voi umani non riuscite nemmeno a immaginare.

So che molto ma molto raramente (potrei anche dire mai) mi è capitato di sentirmi umiliato, frastornato, addirittura senza imprecazioni degne di essere pronunciate come sabato pomeriggio; di chiedermi chi fossero mai quegli undici ineffabili soggetti che assistevano dal campo alla partita indossando abusivamente, almeno dal punto di vista morale, la nostra maglia. Ne ho parlato con un confratello che, oltre a essere un tifoso della Roma, è uno psicoanalista molto apprezzato. Mi ha detto che, se gli chiedessero di venire a capo del male oscuro che affligge quegli undici giovanotti, il loro allenatore, lo staff e anche (temo) pezzi importanti della società, non saprebbe letteralmente da dove cominciare. Aiuto. [...]

Ma non al punto di non afferrare che è meglio cercare di procurarsi un corno allontana guai dal mago di Vattelapesca che assistere al disastro seduto, con l’aria del maestrino che vuole mostrare agli allievi tutto il suo disgusto perché non hanno imparato né a fare le aste né a battere i falli laterali. Adoro il surrealismo: ma sentir dire da un allenatore che la partita (con il Lecce!) era chiaramente persa già al primo gol subito, beh, è onestamente un po’ troppo anche per me. L’unica cosa che capisco è che nessuno di quelli retribuiti dalla società per capire, a quanto pare, ci capisce nulla. In questi casi, è meglio volare basso. Molto basso. Per dire: Tonino Cagnucci ha già spiegato qui, con dolente ironia, come si battono i falli laterali. Qualcuno dei collaboratori dell’asturiano lasci perdere la dolente ironia, e lo spieghi pazientemente ai nostri naufraghi. Quanto a Luis Enrique in persona provveda, per esempio, a darsi e a darci una spiegazione del perché chiunque voglia, purché conquisti un pallone a centro campo, ci può segnare un gol (sempre lo stesso) come e quando vuole[...]