(Il Romanista - D.Galli) Di sbagliato c’è stato solo il risultato, in questo dannato Roma-Sassuolo. Di giusto c’è stato tutto il resto, c’è stato uno stadio tornato cornice ideale attorno alla sua Curva, c’è stato un Olimpico che così pieno nelle prime sei giornate casalinghe non si vedeva da Roma-Juventus 2009/2010 (57.500 spettatori) e così pieno in assoluto non lo era dal 2007/08. Non lo era mai stato così tanto in queste prime tre stagioni dell’era americana, ma nemmeno prima, nel 2010/11, quella dell’interregno Unicredit. E non lo era stato neppure nell’ultima fase della famiglia Sensi. Record doveva essere, record è stato. Con i suoi 46.052 spettatori Roma-Sassuolo ha fatto registrare il primato stagionale di presenze e ha consentito alla Roma di Garcia di scavalcare di oltre 20 mila unità quella di Zeman. Al momento, il confronto dice: 256.891 contro i 233.846 del Boemo. Il dato ha un valore relativo, per adesso. Basta confrontare questa stagione con quella 2007/08 per capire perché.
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La spinta della gente aumenta
(Il Romanista – D.Galli) Di sbagliato c’è stato solo il risultato, in questo dannato Roma-Sassuolo.
Sei anni fa la Roma di Spalletti incontrò, in quelle prime sei giornate, il Siena e l’Udinese (Roma-Cagliari fu rinviata a gennaio per l’omicidio di Gabriele Sandri), ma anche la Juventus, l’Inter e la Lazio. Tre big match che hanno inevitabilmente fatto schizzare verso l’alto le cifre del botteghino. E nel conteggio va inclusa anche Roma-Napoli, che fu aperta solo agli abbonati. Se è per questo, però, anche Roma- Napoli di quest’anno ha compromesso sensibilmente il totale presenze. Perché praticamente per gli stessi motivi del 2007, quindi per ragioni di ordine pubblico, la prevendita è stata consentita esclusivamente ai residenti nella provincia di Roma e, nel settore ospiti, ai titolari di tessera del tifoso. Senza entrare nel merito della questione, senza arrivare a concludere che in 6 anni non è quindi cambiato nulla perché le partite si vietavano allora e si vietano oggi, torniamo a Roma-Sassuolo. Anzi, torniamo alla Roma. Quella di Garcia al botteghino marcia in maniera inversamente proporzionale a quella di Zeman. Spettatori alla mano, quella del Boemo partì fortissimo, ma l’alternanza di risultati ridimensionò presto l’effetto-ritorno.
In questo senso sono indicativi gli ultimi tre incontri di questa prima miniserie di 6 partite: Roma-Atalanta 40.155 presenze, Roma-Udinese 36.474 e Roma- Palermo 30.598. Il calo è evidente. Al contrario, quella di Garcia è in piena fase di accelerazione. Tralasciando la supersfida col Napoli, cercando dunque di fare un raffronto il più onesto possibile tra le ultime due stagioni, col Bologna gli spettatori sono stati 38.467, col Chievo 44.151 e col Sassuolo, appunto, 46.052. Il pareggio con gli emiliani potrebbe avere raffreddato un po’ di entusiasmo. Potrebbe. Ma sarebbe un peccato. Perché la cosa di cui ha maggiormente bisogno questa squadra col Cagliari è proprio l’entusiasmo dell’Olimpico bello come non capitava da sei anni. Perché tutto il resto già ce l’ha, ha un mago in panchina e uomini rudi sul campo e presto riavrà tutti a disposizione e Totti. E perché dietro a quei cinquantamila, a Garcia, a tutti, a Totti, c’è una Curva. La Curva. Ci sono quei ragazzi che domenica incidevano sulla pelle della Sud questo messaggio: «Petti d’acciaio, astuzia e core. La Sud è con voi». Lo sarà anche col Cagliari. Ma qui non c’è notizia, non c’è titolo, c’è una storia che si rinnova ogni stagione, ogni partita, ogni volta. Per novanta minuti. Per sempre.
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