(Il Romanista - C.Zucchelli) Un po’ di torello, qualche passaggio coi compagni, la sensazione di far di nuovo parte di una squadra. Non solo come personalità dello spogliatoio, ma come calciatore vero e proprio.
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La buona notizia arriva da Burdisso, in campo per la prima volta col gruppo
(Il Romanista – C.Zucchelli) Un po’ di torello, qualche passaggio coi compagni, la sensazione di far di nuovo parte di una squadra. Non solo come personalità dello spogliatoio, ma come calciatore vero e proprio.
Nicolas Burdisso migliora di giorno in giorno e ieri per la prima volta si è allenato coi compagni. Il suo obiettivo è quello di essere pronto per il primo giorno di ritiro e il programma di lavoro è già stato stabilito: fino a fine stagione, un po’ insieme al fisioterapista Cotti e un po’ insieme alla squadra continuerà a lavorare a Trigoria poi andrà in Argentina per le vacanze ma non si fermerà un attimo.
Dopo una stagione passata a guardare gli altri (...) Nicolas sta contando i giorni che lo separano dal rientro. Andrà a Riscone con la squadra a luglio, farà tutta la preparazione poi tornerà a giocare. Cercando di ritrovare presto la forma migliore e cercando, soprattutto, di non farsi frenare dalla paura che dopo un infortunio del genere è pure normale. Così come è normale la sua voglia di accelerare tanto che Luis Enrique ieri è stato costretto a "tranquillizzarlo" un po’: «Piano, piano Nico», ha detto il tecnico, che ha potuto contare sul difensore argentino soltanto per un paio di mesi. Burdisso infatti non ha fatto il ritiro per via della Coppa America e si è presentato a Trigoria ad agosto. A novembre il terribile infortunio. Colombia-Argentina la partita. Burdisso, di recente, ne ha parlato così: «È la prima lesione così grave che ho subito, è stata dura. Ricordo bene il momento dell’infortunio e soprattutto il forte dolore che ho avvertito. Non tutti hanno capito subito che mi ero fatto così male, persino Messi».
Cinque mesi e mezzo fa, sembra passata una vita: «Negli spogliatoi (...) mi hanno dovuto dare un calmante per poter controllare le mie condizioni, provavo un fortissimo dolore. Sapevo che era un infortunio grave, il ginocchio si è letteralmente girato. Mi sono rotto il legamento crociato posteriore, i due menischi, il legamento collaterale interno ed ho rimediato una frattura al piatto tibiale. Una “combo” completa. Come mi hanno detto i miei compagni Heinze e Samuel, in momenti del genere all’inizio ti chiamano e ti salutano tutti: e infatti ho ricevuto subito molte chiamate e messaggi sia da giocatori che hanno sofferto infortuni, sia da allenatori come Mourinho (...), Villas-Boas, Bianchi e Antonio Conte, anche se non lo conosco. Poi ti operi e le tre settimane seguenti non ti puoi muovere e non puoi fare niente, questo è il momento peggiore in assoluto ». Il migliore, invece, deve ancora arrivare. E sarà il ritorno in campo. Il peggio è passato, non manca poi molto.
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