(Il Romanista - M.Macedonio) E’ lo Zeman di sempre, quello che si presenta a fine partita. E attribuisce soprattutto al campo e alla tanta pioggia venuta giù, le “responsabilità” della sconfitta. Maturata, dice, più per nostri errori che per merito degli avversari. Tanto che il tre pari, con quell’occasione all’ultimo minuto, sostiene ancora, poteva anche starci.
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«Ko per errori e sfortuna»
(Il Romanista – M.Macedonio) E’ lo Zeman di sempre, quello che si presenta a fine partita. E attribuisce soprattutto al campo e alla tanta pioggia venuta giù, le “responsabilità” della sconfitta.
La prima domanda che gli fanno riguarda comunque il comportamento di De Rossi. L’ha deluso? «Mi dispiace per il gesto che ha fatto – risponde il tecnico giallorosso. – Abbiamo parlato per due giorni, raccomandandoci di non reagire, per non offrire all’arbitro un pretesto per assegnare ammonizioni o espulsioni. Ma è anche vero che il derby, quando lo si sente troppo, lo si paga». Una Roma partita ancora una volta bene, anche se ha circoscritto il proprio gioco alla fase iniziale. «La squadra, i primi venti minuti, ha giocato. Almeno finché c’è stato campo per fare il nostro calcio. Poi, con l’acqua, ha smesso di farlo, perché non riesce a giocare la palla lunga come l’avversario. E’ importante però che fino all’ultimo abbiamo dimostrato di poter anche pareggiare. Abbiamo preso tre gol più per sfortuna che per reale merito degli avversari».
Con il campionato che se n’è andato – gli fanno notare – non c’è il rischio di recitare un ruolo anonimo nella stagione? «Il campionato non se n’è affatto andato – ribatte il tecnico. – Lo si era detto anche dell’Inter dopo due partite, ma oggi vediamo che sta lì. La stagione è tutta da giocare e sono ancora convinto che potremo mettere in difficoltà tutte». Un motivo che giustifichi la sconfitta? «Abbiamo perso per errori sciocchi e per sfortuna. Mi aspetto che anche per noi giri in maniera diversa». E’ forse la prima volta, gli dicono, che fa ricorso alla malasorte. «Strano – dice il boemo – perché nel gioco contano molto fortuna e sfortuna. In tutti i giochi, non solo in questo. Anche perché non si chiamerebbe gioco».
Sa un po’ di scusa, gli ribattono dallo studio di Sky, prendersela con l’impraticabilità del campo. «Il campo era indubbiamente difficile per tutti, anche se noi cerchiamo di fare un altro tipo di gioco. Ci sono squadre che giocano su palla lunga e sono quindi avvantaggiate. Io non ho giocatori con queste caratteristiche, ma che cercano sempre di proporre il proprio, di gioco». A parte la sfortuna, cos’ha inciso sui gol subìti? La qualità dei singoli? O schemi che mettono i difensori sempre al limite dell’errore? «Ripeto ancora: la tanta acqua, e le luci che non erano tutte accese. Ad esempio, mi piacerebbe sapere da dove è originata quella punizione, che per me non c’era».
Il gol di Klose può essere spiegato con l’errore individuale di Balzaretti, che lo tiene in gioco retrocedendo? «Il giocatore è andato a coprire il portiere, perché il tiro di Hernanes era diretto in porta. E se non c’è arrivato, è solo perché l’acqua lo ha frenato». Due parole per placare la depressione dei tifosi? «Non credo che ce ne sia bisogno – risponde Zeman. – Il tifoso romanista è attaccato alla squadra, ma anche quando ha subito delle sconfitte è rimasto tifoso della Roma. Non è diventato né della Lazio né di altre squadre. Spero che duri una sola settimana, com’è accaduto altre volte».
Servirà tornare sul mercato a gennaio, gli chiedono in sala stampa, per prendere giocatori un po’ più fisici? «No. Credo che la rosa sia all’altezza, anche se fino ad oggi abbiamo sempre avuto tante cose contro. A parte Milano, dove abbiamo fatto bene contro l’Inter. Credo che in questa stagione ci manchi solo la continuità per i novanta minuti. Oggi ci siamo complicati tutto con l’espulsione, ma è positivo che i ragazzi abbiano dimostrato voglia di fare fino all’ultimo minuto». Una squadra che è apparsa più equilibrata nel secondo tempo, con Marquinho e Pjanic. «Non mi sembra. Abbiamo fatto bene all’inizio, e solo con l’acqua ci siamo sfilacciati. De Rossi? E’ stato giustamente espulso, anche se, purtroppo, la squadra lo ha pagato. I falli di reazione nascono perché è successo qualcosa prima. Mauri probabilmente gli aveva tirato la maglia o voleva liberarsi nel modo sbagliato».
Perché Lamela e non Totti con la prima sostituzione? «Lamela non viene a giocare nel mezzo. Totti e Osvaldo insieme potevano fare qualcosa, con Florenzi e Bradley esterni. Una scelta tattica provata diverse volte in allenamento». Resta il rammarico per quel possibile terzo gol all’ultimo minuto. «Per la Lazio sarebbe diventato difficile vincere. Come possesso palla e tiri in porta siamo stati alla pari. Quanto a Goicoechea, ha fatto un errore, ma se il gol lo avesse preso Marchetti, si sarebbe parlato male anche di lui, mentre sono convinto che Marchetti è un ottimo portiere».
Si torna su Pjanic. C’è la possibilità, gli chiedono ancora, di trovargli un posto a centrocampo, viste le sue qualità? «Lui è un ottimo giocatore, ma io devo pensare ad avere un’ottima squadra, con equilibri che finora con lui non ho trovato». Non è stato un errore, gli chiedono infine, aver “punzecchiato” più volte De Rossi quest’anno? «Non l’ho mai fatto – risponde Zeman – e, tranne quella volta che l’ho lasciato fuori dalla partita per motivi chiari, ho sempre parlato bene di lui. Sapevamo da due giorni che non avremmo mai dovuto reagire. C’erano già stati esempi in passato. Dalla testata di Radu a Simplicio, all’espulsione di Ledesma. Nei derby bisogna avere i nervi a posto. E non tutti, purtroppo, ci riescono».
Non nasconde, sia pure velatamente, la propria delusione, il tecnico giallorosso. E quando gli chiedono se rifarebbe la scelta di preferire De Rossi a Tachtsidis, risponde: «De Rossi ha fatto tanti derby. E pensavo che mi avrebbe dato tanta esperienza in più. Con la Lazio che gioca molto su Klose, mi serviva proprio, lì in mezzo, uno come lui».
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