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Frasca: «Ecco la mia rinascita»

(Il Romanista – V.Meta) – Due anni fa era il portiere meno battuto d’Europa e Sabatini avrebbe fatto carte false per portarlo al Palermo.[…]

Redazione

(Il Romanista - V.Meta) - Due anni fa era il portiere meno battuto d’Europa e Sabatini avrebbe fatto carte false per portarlo al Palermo.[...]

Titolare dopo quasi tre mesi, com’è andata?

Molto bene. Rispetto alle prime partite che ho giocato a inizio stagione non c’è paragone, sono cresciuto tantissimo e come me tutta la squadra.

Quando hai lasciato Roma eri il meno battuto d’Europa.

Sto tornando su quei livelli, anche perché finalmente sono sereno. Di Roma conservo dei bellissimi ricordi, devo tutto a Bruno Conti che mi ha portato a Trigoria e ai preparatori Superchi e Valenti che mi hanno formato come giocatore.

E poi c’è Sabatini che ti stima.

Sicuramente mi ha dato un segnale importante rinnovandomi il contratto nonostante avessi passato un anno ai margini nella Villacidrese. Lui ha creduto in me e io appena ho saputo che c’era l’opportunità di andare a giocare alla Pro Patria non me la sono fatta sfuggire. Adesso cerco solo di dare il massimo in ogni partita, poi chissà che non si possano aprire altre porte in futuro.

Qualche rimpianto?

Eh, sì... Uno su tutti, essere andato via a metà stagione con la Primavera per passare all’Arezzo, dove non ho concluso niente. Lì ha pesato l’offerta economica che mi hanno fatto: io non ho il padre che fa l’avvocato, mia madre non mi ha mai fatto mancare niente, ma la mia è una famiglia normale e quelli erano tanti soldi. L’anno scorso in Sardegna ero il più piccolo e stavo pure in prestito, ci poteva stare che puntassero su un portiere più esperto. Però non butto via niente di questi due anni, mi hanno fatto crescere a livello caratteriale.

A quei famosi 949 minuti di imbattibilità ci pensi ancora?

Ci penso, ma andando avanti. Il gruppo dei ’91 della Roma era fortissimo, eppure alcuni di quei ragazzi, perfino D’Alessandro, qualche difficoltà l’hanno incontrata. L’importante è continuare a lavorare.

Alla Pro Patria hai ritrovato un altro ex romanista.

Sì, Polverini. Lo conoscevo già, è un bravissimo ragazzo, ma in generale ho la fortuna di stare in uno spogliatoio fantastico, cosa che non sempre mi era successa in Lega Pro. Se non ci avessero dato 13 punti di penalizzazione, magari adesso avremmo anche altri obiettivi.

Pensi di poterti riprendere la nazionale?

Non lo so, in azzurro sono cambiate tante cose dopo la morte del mio allenatore Pazzagli. Lui mi conosceva bene e mi stimava, la sua scomparsa è stata un colpo duro. Io continuo a lavorare, non è detto che prima o poi non capiti un’occasione.

Alla Roma che messaggio vuoi mandare?

Che ci sono e che sto bene. Tornare adesso è un miraggio, ma già sapere che mi seguono mi fa ben sperare. Sono rimasto in contatto con tanti compagni e sono molto felice per Viviani, si merita di stare in prima squadra: si vedeva che ce l’avrebbe fatta, aveva solo bisogno di un po’ di tempo per crescere, come Bertolacci.

Ma è vero che tu e l’altro portiere Andreoletti siete due gocce d’acqua?

Eh, ma io sono più alto!