rassegna stampa roma

Fenway Park, 100 anni da leggenda

(Il Romanista – D.Giannini) – Un simbolo della città, una vera e propria casa di tutti, che tutti vogliono sentire propria.

Redazione

(Il Romanista - D.Giannini) - Un simbolo della città, una vera e propria casa di tutti, che tutti vogliono sentire propria.

Questo è per i bostoniani Fenway Park, lo stadio dei Red Sox, l’impianto dove la Roma giocherà il prossimo 25 luglio contro il Liverpool. Chi ha avuto la fortuna di essere nella città di Pallotta e DiBenedetto lo scorso aprile nei giorni della firma per il passaggio di proprietà della Roma ne ha avuto la conferma. Bastava passare dalle parti dello stadio il pomeriggio di una partita rinviata per pioggia. La notizia dell’annullamento della sfida era nota a tutti fin dall’ora di pranzo, eppure all’imbrunire attorno al Fenway Park passeggiavano allegramente centinaia e centinaia di tifosi con cappellini, felpe, giubbetti, tutto rigorosamente coi due calzini rossi simbolo dei Red Sox. Perché la festa lì non è solo assistere alla partita.

La festa è tutto quello che la circonda, anche se la partita non c’è. La festa è prendere il giornale dal distributore automatico fatto a forma di palla da Baseball, la festa è farsi una foto accanto alle statue dei giocatori mito della squadra poste davanti a uno degli ingressi. La festa è infilarsi dentro a uno dei tanti pub-bar attaccati allo stadio per bersi una birra, mangiare qualcosa e intanto vedersi in tv cosa hanno fatto le altre squadre. Il bello per i tifosi delle “Calzette Rosse” è vivere da Red Sox. E tutto è fatto per rendere facile una giornata così. C’è un’autostrada che passa a 50 metri dal Fenway Park, ci sono migliaia di posti auto nei garage a due passi dagli ingressi. Tutto questo è praticamente solo per chi viene da fuori Boston, perché i bostoniani mica ci vanno in macchina. Si muovono tutti in metropolitana, con la fermata di Kenmore che è lì dietro l’angolo. Tutto è fatto per invogliare la gente ad andare allo stadio. E non è un caso se c’è praticamente sempre il tutto esaurito, tanto che i biglietti vengono acquistati a inizio stagione per non rischiare di rimanere senza, a meno di doversi rivolgere a qualche bagarino che ti spara cifre folli.[...]

Quando si esce della fermata di Kenmore con i biglietti in mano si comincia subito a sentire l’atmosfera, gli stendardi sono lì a ricordarti tutti i successi della squadra, si cominciano a rivivere le gesta dei grandi giocatori che hanno calcato questo terreno di gioco. Centodieci anni di storia del club, 100 dei quali vissuti in questi impianto storico. Inaugurato il 20 aprile del 1912 (tra poco meno di un mese festeggerà il primo secolo di vita) Fenway Park ha mantenuto quasi intatta la struttura dell’epoca e quel fascino retrò che lo rende speciale, anzi, come dicono loro “America most beloved ballpark”. Questo non vuol dire che sia rimasto quello di allora. O meglio, la struttura esterna è quella, ma è stato rimodernato tantissime volte, la prima nel 1934 dopo un incendio che lo distrusse (cosa comune per gli stadi dell’epoca che erano in buona parte fatti in legno). La prima partita ufficiale della storia del Fenway Park (qualche giorno prima c’era stata un’esibizione contro la formazione di Harvard) avvenne il 20 aprile del 1912, e fu un’inaugurazione travagliata perché per due giorni consecutivi la partita era stata rimandata per pioggia. Gli avversari di quel giorno erano i New York Highlanders, la stessa formazione che poi sarebbe diventata gli Yankees, i rivali di sempre. I Red Sox vinsero 7-6 all’undicesimo inning. Ma la notizia dell’evento non trovò adeguato spazio sui giornali dell’epoca perché le prime pagine di quei giorni erano interamente dedicate alla tragedia del Titanic che era affondato meno di una settimana prima. [...]