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Falcao: «Date tempo a Zeman»

(Il Romanista – V.Meta) Quattro chiacchiere fra frammenti di gloria romanista. Protagonisti del suggestivo colloquio andato in scena ieri pomeriggio a Firenze, Vincenzo Montella e Paulo Roberto Falcao, ospite d’eccezione agli allenamenti...

Redazione

(Il Romanista - V.Meta) Quattro chiacchiere fra frammenti di gloria romanista. Protagonisti del suggestivo colloquio andato in scena ieri pomeriggio a Firenze, Vincenzo Montella e Paulo Roberto Falcao, ospite d’eccezione agli allenamenti della Fiorentina per osservare da vicino il modo di lavorare del giovane tecnico. Se oltre all’aggiornamento professionale i due abbiano parlato anche di Roma non è dato sapere. Di certo Falcao ha le idee chiare sul momento che stanno attraversando i giallorossi: «Stanno cominciando. Con Zeman c’è bisogno di un po’ di tempo in più affinché la squadra riesca a fare il 4-3-3 come vuole lui».

Pazienza è dunque il consiglio che il Divino fa arrivare ai tifosi della Roma, tra due settimane attesa dall’esame Montella contro la Viola all’Olimpico: «Per il gioco offensivo che propone Zeman, bisogna aspettare. Tutti gli allenatori hanno bisogno di un po’ di tempo per far assimilare i loro sistemi di gioco, ma a lui in particolare serve tempo per far girare la squadra.

Non c’è dubbio che Zeman sia un allenatore preparatissimo e ripeto, bisogna solo aspettare». L’eco del derby è arrivato fino in Brasile, ma è appunto solo un’eco e Falcao preferisce non sbilanciarsi quando gli chiedono un parere sull’espulsione di Daniele De Rossi e relative polemiche: «Non me la sento di giudicare questa faccenda - ha detto -. Stando così lontano, non sarebbe onesto da parte mia parlare di qualcosa che non ho visto da vicino. Ho letto qualcosa, me non sono in grado di dare un giudizio». (...)

Ieri l’abbraccio con un altro pezzo di storia della Roma, quel Montella terzo in classifica: «Che impressione mi ha fatto? Oltre alla gentilezza sua e di tutto lo staff, mi ha dato l’idea di un tecnico prepararo e che ha tutte le carte in regola per fare una carriera importante. La sua Fiorentina gioca bene e ha tre centrocampisti come piacciono a me, di quelli che marcano ma giocano anche la palla, però credo sia presto per parlare di scudetto».

Per quello la favorita resta la capolista Juventus anche per chi segue la Serie A dall’altra parte dell’Atlantico: «La Juve gioca bene e poi ha mantenuto la maggior parte dei giocatori che aveva l’anno scorso e questo è molto importante. Hanno un grande collettivo, cosa che nel calcio di oggi può risultare determinante. Al momento sono loro i favoriti, ma il campionato è ancora lungo e può succedere di tutto». L’Italia gli è rimasta nel cuore e l’idea di tornarci non solo per l’aggiornamento professionale lo stuzzica: «Non posso dire che sia un mio sogno, perché dico sempre che i sogni è meglio lasciarli ai bambini. Diciamo però che se capitasse di tornare a lavorare in Europa, verrei con piacere, ci ho vissuto tanti anni e sono stato benissimo». Per ora quello che l’ha colpito del campionato italiano non sono tanto i giocatori («ce ne sono molti che mi piacciono, ma non è giusto fare paragoni con me»), quanto piuttosto un aspetto tattico: «Il ritorno al 3-5-2. Lo fanno Juve e Fiorentina, ha cominciato a farlo l’Inter, lo fa il Napoli e in parte anche la Lazio».

(...)«Sono venuto per aggiornarmi perché è importante che ci sia uno scambio fra allenatori, ma mi fermo solo a Firenze, anche perché devo finire il libro che sto scrivendo. Parla dei Mondiali dell’82, proverò a spiegare come ha fatto il Brasile a perdere con l’Italia...».