rassegna stampa roma

I “se” e i “ma” lascian posto al Forzaroma!

(Il Romanista – G.Manfridi) “FORZAROMA!… Da quando sono nato il mio primo vagito è stato: Forza Roma!”, così proclama Albertone ne “Il marito”. Così lui e così noi.

Redazione

(Il Romanista - G.Manfridi) “FORZAROMA!... Da quando sono nato il mio primo vagito è stato: Forza Roma!”, così proclama Albertone ne "Il marito". Così lui e così noi. C’è altro da dire? Altro da aggiungere?... Oggi comincia il campionato e la base di tutto rimane questo “FORZAROMA!”, senza "se" e senza "ma". Questo "Forzaroma!" innanzitutto.

Per i zemaniani e per i non zemaniani; per quelli che credono in una società brillante e progettuale e per quelli che invece ancora stentano a vedere una linea guida nella nuova proprietà. Addirittura, lo rimane per quei romanisti, ce ne stanno, che da anni propagandano l’eresia del "problema Totti", manco fossero seguaci di altre bandiere, e per quelli, i "commercialisti", che storcono il naso per la consistenza di un ingaggio che toglierebbe, dicono, la voglia di darci dentro, poiché, dicono, impigrisce e sottrae motivazioni, e perché comunque, aggiungono, in quest’epoca di crisi cinque milioni a un calciatore sono segno di immoralità; e lo rimane per coloro che hanno visto lo scudetto del ’42 e per quelli che insistono a propalare la verità sul gol di Turone o sul quarto fatto da Delvecchio alla Lazio; lo rimane per chi amava Franco Sensi ma ne detestava la figlia; lo rimane per chi avrebbe voluto continuare con Luis Enrique e per chi si era emozionato all’idea del ritorno di Montella. Lo rimane per chi ha visto la Roma in B l’unico anno in cui ci è stata e per chi ha ancora le viscere sconnesse dalle quaterne incassate l’anno scorso. Lo rimane per chi sognava i top player e si è trovato con giocatori semplicemente perfetti, ruolo per ruolo.

Lo rimane per chi adorava Pizarro e non capisce perché non sia rimasto, o per chi si domanda: “Ma se abbiamo bisogno di una riserva sicura come centrale di difesa, perché non ci siamo tenuti Heinze?”. Mi associo alla domanda, che comunque vien dopo, molto dopo quel sonante vagito che a partire dalla culla ha traversato ogni nostra età sino a fare da enzima a un sentimento che non ha Big Bang, che c’è poiché c’è sempre stato e che ci impasta da adulti come ci impastava da bambini. E dunque sì, non reggo e lo dico…

lo rimane nello specifico per me, portierologo dilettante che ai numeri 1 giallorossi dedico da sempre un affetto particolare e che non comprendo come si possa essere tentati di mettere alla porta, e non in porta, un portiere fantastico come Stekelenbourg. Per me lui ha il sapore del portiere dello scudetto. Dovesse andar via, lo giudicherei un atto di doloroso ridimensionamento. Stek non ha fatto un gran campionato, è vero, ma nel suo non essere stato sempre grande ha dato netta la sensazione di quanto sia sempre forte, ed è in questo l’annuncio del campione: non nella prodezza effettuata, forse saltuaria e non facilmente ripetibile, bensì piuttosto in una percezione generale dei gesti e dello stile. Perdere Stek verrebbe dire, a mio avviso, garantirci almeno una decina di gol in più al passivo. Ecco, ci sono cascato… tanto lirismo e alla fine che ho fatto? Non sono riuscito a trattenermi dallo strillacchiare il mio "se" congiunto a un "ma", ma mi trattengo dal dar loro vita lunga.

Da oggi, chiunque vedrò tra i pali della nostra porta avrà il mio "Forzaroma!", quel "Forzaroma!" che da sempre in me viene strillato a squarciagola, anche se ritengo di dedicarmi ad altro, anche se litigo con la mia donna o se mi abbandono a un sorriso sereno per un risultato raggiunto sul lavoro. La verità è che noi pensiamo sempre almeno due cose alla volta. Bene, tra le due la prima che penso io è: “Forzaroma!", poi viene il resto, il transeunte, l’occasionale.

LA ROMA comincia qui e così: nascendo e con questo primo vagito, roba da convertire l’ostetrica se agnostica o di altra fede, da far discutere i parenti e da irrorare di luce il volto di un papà subito tranquillizzato circa la struttura morale di suo figlio. Perché è vero: i "se" e i "ma" ci stanno, sarebbe illogico che così non fosse, ma quelli vengono dopo, e solo il "Forzaroma!" come primo vagito ci consente di esternarli a buon diritto. Altrimenti, non sono che acidume, roba tossica, o, al meglio, materia di chiacchiericcio per le mosche da bar o per gli straparlatori esibizionisti; cosa che nessun tifoso battezzato al mondo dal suo "Forzaroma!" potrà mai essere