rassegna stampa roma

Diga Chievo. Ma la Roma è cinica e attenta

(Il Romanista – G.Caccamo) Efficaci i primi minuti difensivi del Chievo, che opta per una diga a centrocampo per arginare il fraseggio stretto e ficcante della Roma, con una linea difensiva molto alta fin dove possibile, non riuscendo ad...

Redazione

(Il Romanista - G.Caccamo) Efficaci i primi minuti difensivi del Chievo, che opta per una diga a centrocampo per arginare il fraseggio stretto e ficcante della Roma, con una linea difensiva molto alta fin dove possibile, non riuscendo ad evitare in ogni caso le conclusioni pericolose degli avanti giallorossi, ben rintuzzate dal sempre vigile Sorrentino.

Ma è nel gioco tra le linee che i ragazzi di Luis Enrique riescono a trovare ritmo e geometrie alternando possesso palla in orizzontale a improvvise verticalizzazioni sia degli esterni che delle punte. Il solito movimento a rientrare del capitano apre poi spiragli e corridoi non sempre sfruttati dai compagni; si attenua verso la mezz’ora la pressione giallorossa che cerca di stanare il Chievo, offrendogli un po’ di campo alla ricerca di un gioco di rimessa sulle ripartenze. Il vantaggio appare del tutto meritato per un primo tempo di qualità e di sostanza: attento nella fase difensiva, brioso e volitivo nei movimenti d’attaco mai prevedibili, mai stereotipati e racchiusi nello schema fisso e ripetitivo come nelle prime uscite stagionali.

Meno veemente e più ragionato l’inizio del secondo tempo romanista, che sceglie geometrie verticali e giocate personali, usufruendo di spazi maggiori derivanti da una più spiccata spinta offensiva del Chievo. Pesano sul tabellino della Roma almeno altri due dubbi interventi in area, oltre a quello che ha permesso il raddoppio di Totti, sempre procurati da Bojan più intraprendente e continuo del primo tempo, a dimostazione di una presenza costante e pericolosa degli attaccanti giallorossi nell’area avversaria; sono mancate le conclusioni vincenti a rete, è vero, ma il continuo insistere nei pressi di Sorrentino sono un buon indizio di gioco offensivo e di lucidità.(...)

Continua, a nostro avviso l’evoluzione e il completamento del gioco di Luis Enrique, che si arricchisce di soluzioni, si migliora in una visione non più dogmatica ed integralista del modulo originale del tecnico asturiano, offrendo ed impreziosendo soluzioni ed alternative alla concezione del "tutti avanti" che tanto aveva spaventato i tifosi romanisti.