(Il Romanista - D.Giannini) - Dalla panchina dell’Olimpico al campo d’allenamento di Coverciano con la Nazionale. Il giorno dopo la discussa esclusione con l’Atalanta, De Rossi e Osvaldo sono stati catapultati in azzurro. Ci rimarranno dieci giorni[...]
rassegna stampa roma
DDR arrabbiato ma nessuno sfogo
(Il Romanista – D.Giannini) – Dalla panchina dell’Olimpico al campo d’allenamento di Coverciano con la Nazionale.
A Roma il primo successo in casa dopo mesi è quasi passato inosservato per le polemiche seguite alle scelte di Zeman: Burdisso, Osvaldo e De Rossi, tutti e tre fuori in un colpo solo. Delle tre è proprio quest’ultima la situazione più delicata. Perché Daniele, oltre alla delusione per non aver giocato, ci è rimasto male per le parole di Zeman a fine partita («Non basta il nome, non riconosco gerarchie del passato - ha detto riferendosi anche ad Osvaldo - devono pensare alla squadra e non ai fatti loro. E dimostrarmi di avere voglia durante la settimana»). Ma soprattutto De Rossi si è infuriato per gli articoli usciti su una sua presunta lamentela nel corso di un confronto tra squadra e tecnico per gli eccessivi carichi di lavoro dell’allenatore e per le troppe doppie sedute. Lamentela che invece non c’è mai stata. E l’unico confronto che Zeman ha avuto di recente con i giocatori è stato con Burdisso, avvenuto peraltro non dopo la partita con la Juve ma dopo quella con la Sampdoria. Con Nico a spiegare le sue attuali condizioni fisiche e le difficoltà a mettere in atto le indicazioni del tecnico e il boemo a incoraggiarlo a proseguire sulla strada intrapresa. Un confronto, appunto, non uno scontro. Tanto che domenica in conferenza Zeman ha ribadito la stima nel giocatore: «Burdisso? Vorrei venti giocatori con la sua mentalità e la sua applicazione. Ora non riesce a rendere al meglio, ma ne vorrei venti così».
E De Rossi? La sua esclusione non pare dunque tanto dovuta ad una mancanza di impegno in allenamento, quanto piuttosto ad una condizione non eccellente e ad una non piena convinzione nelle potenzialità di questa squadra, almeno a certi livelli e per ambire a certi obiettivi. Quegli stessi dubbi palesati piuttosto chiaramente nel dopo Juventus-Roma con quel «chi parla di scudetto non fa il bene della Roma». L’allenatore è e resta Zeman, che quindi ha il diritto-dovere di fare delle scelte, sicuramente non le fa per ripicca ma solo per il bene della squadra. Zeman considera De Rossi per quello che è: un gran giocatore. Che finora non è stato all’altezza delle sue qualità, tutto qui. [...]
Tra 10 giorni torneranno ad incontrarsi. Ora c’è la Nazionale di Prandelli che ieri in conferenza sulle esclusioni e sulle dichiarazioni di Zeman ha spiegato: «Ancora non ho parlato con i due giocatori (Osvaldo e De Rossi, ndr) ma dovrò farlo. Zeman avrà avuto i suoi buoni motivi, conoscendo il personaggio queste potrebbero anche essere delle provocazioni. Io mi immedesimo nei giocatori e penso che in Nazionale sia De Rossi che Osvaldo abbiano voglia di rimboccarsi le maniche e far vedere che certe preoccupazioni su di loro non sono vere. Qui in Nazionale De Rossi e Osvaldo sono sempre stati disponibili, capaci di allenarsi anche due volte al giorno. Ma rispetto ogni mio collega, le scelte di un tecnico di club sono sacre e legittime».[...]
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