(Il Romanista - C.Zucchelli)- Chissà se quando è arrivato a Roma nel 2005 svincolato - con tante polemiche - dal Siena Rodrigo Taddei, di professione centrocampista, pensava che avrebbe fatto nel corso degli anni quasi tutti i ruoli della squadra. Attaccante centrale, esterno, mediano, intermedio, ala e terzino, destro e sinistro. Gli manca soltanto di fare il portiere, anche se in allenamento ogni tanto indossa pure i guanti e si diverte a parare le punizioni e i rigori dei compagni. Una duttilità che lo ha reso indispensabile per ogni allenatore che ha avuto: da Spalletti a Zeman, passando per Ranieri, Montella e Luis Enrique, tutti gli hanno trovato un posto in squadra. A luglio ogni volta si è detto: «Quest’anno Taddei giocherà poco». Ma poi sono bastati un paio di allenamenti per capire che invece, in un modo o nell’altro, il brasiliano il suo spazio sarebbe riuscito a ritagliarselo. Quest’anno idem. Rodrigo è uscito indenne dall’epurazione che è stata fatta al Bernardini: su di lui c’erano varie squadre e la Roma sarebbe stata disposta anche ad ascoltare eventuali offerte ma poi, considerando che sugli esterni si è intervenuti con Piris, Balzaretti e Dodò, Rodrigo è rimasto proprio per la sua capacità di essere intercambiabile.[...]
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Da Bologna a Bologna, Taddei c’è
(Il Romanista – C.Zucchelli) – Chissà se quando è arrivato a Roma nel 2005 svincolato – con tante polemiche – dal Siena Rodrigo Taddei, di professione centrocampista, pensava che avrebbe fatto nel corso degli anni quasi...
Merito di un fisico che, a 32 anni, si conserva ancora integro. Taddei, d’altro canto, lo allena costantemente: quando è a Trigoria spesso e volentieri si ferma qualche minuto più dei compagni sul campo per continuare a fare qualche giro di campo, spesso togliendo gli scarpini e indossando soltanto i calzini, oppure per divertirsi col pallone mentre nei periodi di vacanza in Brasile, approfittando di un fratello preparatore, non rinuncia mai all’attività fisica per almeno un paio d’ore al giorno. Inoltre cura tantissimo l’alimentazione e fa vita da atleta quasi «monacale», come disse una volta Luis Enrique. L’allenatore che si era presentato a Trigoria senza conoscerlo e che poi col passare delle settimane lo aveva citato come esempio di professionalità e dedizione al lavoro. [...]
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