rassegna stampa roma

Cinque, Mutu e… tutti a casa

(Il Romanista – C.Zucchelli) La Storia è Lui. Lui: padre, figlio, amico, fratello ma soprattutto straordinario calciatore. Francesco Totti, ancora una volta, si prende la scena.

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) La Storia è Lui. Lui: padre, figlio, amico, fratello ma soprattutto straordinario calciatore. Francesco Totti, ancora una volta, si prende la scena.

E lo fa nel giorno in cui la Roma umilia per 5-1 il Cesena mettendo in mostra un gioco perfetto e una voglia di vincere come mai si era vista quest’anno. Il Capitano, con due gol in sette minuti, si mette alle spalle Nordahl e diventa il giocatore - nella Storia, appunto - ad aver segnato più gol in serie A con la stessa maglia. Un’unica maglia. Quella della Roma.

Quella che onora da vent’anni a questa parte. (...) È lui a guidare una Roma messa benissimo in campo da Luis Enrique, con Borini in attacco al posto di Bojan, Juan e Heinze coppia centrale e Gago davanti alla difesa al posto di De Rossi con Pjanic e Greco intermedi. Trentatré secondi e la Roma va in vantaggio: Lamela addomestica un pallone sotto la Curva Nord (...), tacco per Totti che in corsa di destro batte Antonioli sul primo palo. Primo gol in carriera al Cesena e, soprattutto, rete numero 210 in serie A: come Lui nessuno mai.

In nessun senso, visto che dopo appena sette minuti Totti ne fa un altro e saluta Nordahl: assist morbido ancora di Lamela col sinistro, Francesco di destro al volo batte di nuovo Antonioli e fa 211. Altri sessanta secondi e arriva il 3-0: Greco scende sulla sinistra, mette in mezzo per Borini che deve solo appoggiare in rete. L’Olimpico è quasi incredulo di fronte allo strapotere della squadra di Luis Enrique (mai visto esultare così tanto ai gol) che non lascia neanche un pallone agli avversari: pressing altissimo, aggressività e giocate di livello in un primo quarto d’ora praticamente perfetto. Totti e Lamela, in particolare, incantano.

La Roma potrebbe fare il quarto in ogni secondo: Greco, Pjanic, Borini e Gago, in particolare, ci provano ma il Cesena, in qualche modo, riesce a salvarsi. Passano altri 15 minuti e il copione non cambia: i giocatori della Roma arrivano da tutte le parti, quelli romagnoli sono costretti a spazzare in angolo o a sperare che i romanisti sbaglino come quando Totti tenta il tiro al volo ma si coordina male e Antonioli riesce a togliere il pallone dalla testa di Borini che era pronto a ribattere in rete. Nonostante il 3-0 la Roma non molla di un centimetro: emblematica un’azione al 37’ quando prima Greco, poi Lamela e infine Gago pressano i giocatori del Cesena proprio davanti alla panchina di Luis Enrique il quale, una volta che il pallone va in fallo laterale, applaude i suoi giocatori. Applaudono anche De Rossi e Burdisso, seduti fianco a fianco in tribuna e sorridenti nell’ammirare, anche loro, lo splendido primo tempo della squadra. Che termina con un dato imbarazzante sul possesso palla: 75% Roma e 25% Cesena.

Nella ripresa il Cesena prova quantomeno a combinare qualcosa. Dopo 8 minuti Luis Enrique concede la meritata standing ovation a Lamela, che in settimana non era stato benissimo per via di un problema alla caviglia, e inserisce Bojan.

Gli applausi però sono tutti per Totti che al 10’ va a pressare Antonioli e i difensori del Cesena inducendoli all’errore: è la dimostrazione – ennesima – della classe, della forma e soprattutto dell’umiltà del Capitano. Dopo tre minuti il Cesena accorcia le distanze: bell’assist di Candreva a scavalcare la difesa della Roma, Eder supera Antonioli e fa il 3-1.

La Roma si butta ancora in avanti: Taddei mette in mezzo per Bojan che davanti a Antonioli viene anticipato da Rodriguez, poi ci prova Totti ma il suo destro sfila di un soffio a lato. Il quarto gol è questione di poco: angolo di Totti, Borini di testa colpisce il palo e sulla ribattuta arriva come un fulmine Juan a chiudere ancora (se mai si fosse riaperta) la partita. Al 20’ altra standing ovation: escono ieri, oggi e domani della Roma – cioè Francesco Totti – ed entra Viviani, alla quarta presenza in serie A. Luis Enrique ridisegna la squadra con Pjanic trequartista e Viviani a centrocampo, davanti Borini e Bojan che tenta di sorprendere Antonioli dalla distanza ma il portiere del terzo scudetto romanista blocca in due tempi.

La Roma va che è una meraviglia: al 25’ ci pensa Pjanic a fare cinquina sotto la Sud. Il suo tiro, di sinistro, viene ribattuto da Antonioli che nulla può però sul destro in ribattuta. Finisce così. Ed è una festa. Per tanti, per tutti. Ma soprattutto, ancora una volta, per Totti.