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Bojan-Josè Angel, la rivincita

(Il Romanista – C.Zucchelli) Quando ha parlato con Luis Enrique, giovedì, era più triste che arrabbiato.

Redazione

(Il Romanista - C.Zucchelli) Quando ha parlato con Luis Enrique, giovedì, era più triste che arrabbiato.

Non ha mai preteso, Bojan Krkic, di giocare titolare a Catania, ma certo non si aspettava, soprattutto dopo il gol contro l’Inter, un’altra esclusione.

Il colloquio di una ventina di minuti con Lucho gli è servito e ha capito la motivazione tattica data dal suo allenatore. «Avevo bisogno di un attaccante esterno che giocasse molto largo», sono state le parole di Luis Enrique dette sia pubblicamente alla stampa sia al giocatore in privato. Nessuna bocciatura. Perché se c’è qualcuno che a Trigoria crede - e tanto - in lui è proprio Luis Enrique. Non è un caso che l’attaccante che viene dalla cantera del Barcellona sia stata la prima richiesta fatta a Franco Baldini per il mercato.

L’allenatore però, onestamente, pretende di più. Ecco perché, esclusione di Catania a parte, Luis Enrique ha chiesto a Bojan più cattiveria, più grinta, più voglia di spaccare il mondo. Non gli rimprovera l’impegno, semplicemente (che poi semplice non è, soprattutto a 21 anni) gli chiede più fame. Gli chiede di giocare con quel coltello tra i denti che, a Barcellona, ha portato Pedrito a scavalcarlo e che, a Roma, sta facendo sì che Borini non sbagli una partita.

Bojan, piedi d’oro e carattere d’argilla (la definizione è di un giornalista spagnolo e risale a qualche anno fa), domani potrebbe avere di nuovo un’occasione dal primo minuto: Lamela, che per Luis Enrique è un punto fermo, non sta rendendo al meglio e contro la non irresistibile difesa del Siena lo spagnolo potrebbe avere la sua occasione. A lui, se sarà chiamato in campo, il compito di non sbagliare.

Chi lo conosce bene lo vede sereno, perfettamente integrato nella realtà romana e romanista, affascinato dalla città (anche ieri ha postato su Facebook e Twitter le foto di Roma sotto la neve) e conquistato dall’ambiente che si respira a Trigoria. «Vorrebbe giocare di più», sussurrano i suoi amici di Barcellona (...)

E’ il destino (forse triste) di un predestinato, di uno che a 17 anni era considerato il futuro del Barça e della nazionale spagnola e che invece a 21 deve costruire da capo la sua carriera. A Roma cercano tutti di aiutarlo: il mental coach Llorente, il vice di Luis Enrique Moreno, i dirigenti e anche i compagni di squadra. La famiglia sta spesso a Roma con lui, i genitori, anche perché figlio unico, non lo perdono di vista un minuto.

(...) Percorso simile, anche se i caratteri sono opposti, è quello che sta facendo José Angel. Lui, al contrario di Bojan, non ha dovuto fare i conti con la pressione che tocca a chi è definito un predestinato ma si trova, comunque, a dover dare una svolta alla sua carriera. Dopo un inizio di stagione promettente si è perso, contro l’Inter ha dato qualche cenno di risveglio e ieri, in allenamento, ha addirittura fatto gol. Che sia un segno del destino? Chi lo sa... Di certo le parole di Totti dopo il gol non sono mica così tanto casuali: «Ce l’hai fatta... Ecco perché nevica a Roma...»