Sono due gemelli diversi, Tammy Abraham e Nicolò Zaniolo. Così distanti come possono esserlo Londra e Massa, le città dove sono nati, eppure così vicini, in campo e fuori, scrive Gianluca Piacentini sul Corriere della Sera. Anche dalla loro amicizia, sembra siano diventati inseparabili, passano le speranze della Roma di agganciarsi al treno della Champions, che dopo l’ultimo turno sembra non essere più un miraggio. Dalla testa (o meglio dalla faccia) di Nicolò, che ieri ha postato sui social la foto del suo volto tumefatto dopo il calcio di Maggiore, e dai piedi di Tammy è passato il pallone che ha portato tre punti pesantissimi ai giallorossi. Il feeling di Abraham con la Roma e con i tifosi è stato immediato, e ultimamente si sta prendendo anche delle responsabilità in campo: contro il Sassuolo si è autoproclamato rigorista, mentre contro lo Spezia non ce n’è stato bisogno. Un segnale di personalità, una fame di gol che è proprio quello che gli chiede lo Special One, che più volte lo ha pungolato spingendolo a fare sempre meglio. Gli stessi stimoli li ha rivolti anche a Zaniolo: in molti hanno interpretato la panchina contro lo Spezia come uno sprone, dopo che la settimana prima aveva accusato un problema muscolare che gli aveva fatto saltare la gara col Verona. Nicolò ha risposto sul campo alle voci di mercato che lo vedono come il primo nome sulla lista della Juventus per giugno, dopo che i suoi like ai post di Bonucci, Locatelli e Vlahovic avevano scatenato una discussione social.
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Corriere della Sera
Zaniolo e Abraham tra orgoglio e personalità
Così distanti come possono esserlo Londra e Massa, le città dove sono nati, eppure così vicini
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