Dieci giorni sono un battito di ciglia dell’eternità, anche meno. Ma possono ugualmente risultare interminabili, come questi che ci separano dal derby. Dopodomani tiferemo l’Italia, ma badando soprattutto che De Rossi, El Shaarawy e Florenzi, se Ventura vorrà gettarli nella mischia, non si facciano male. E poi, che fare? Mistero dei misteri, malinconia delle malinconie. Anche per quei (non numerosissimi) romanisti come me che amano poco il derby perché detestano l’ idea di vederne tanti insieme in una volta sola. Archiviata la Nazionale, appurato che i nostri tre siano abili e arruolabili, e accertate le condizioni di Immobile, per il fine settimana proporrei, tempo permettendo, il mare (d’autunno è bellissimo) o la campagna (questa è la sua stagione migliore), con una sola avvertenza: portarsi appresso qualcosa di appassionante da leggere, per non restare mai completamente soli con se stessi, struggendosi al solo pensiero di quell’attimo di orribile silenzio che intercorre tra un gol della Lazio e l’esultanza della Curva Nord. Nei giorni successivi, lavoro lavoro e ancora lavoro, e non più di dieci minuti di chiacchiere sul derby al dì. Per venerdì 17, nessun consiglio, incrociate le dita e costruitevelo da voi. Sabato 18 mattina, appuntamento con la magia bianca: a dire il vero, che i miei boxer d’ordinanza siano al loro posto io l’ho già controllato. Per il tardo pomeriggio e la sera: Roma, solo Roma, Roma e basta. E che il dio del pallone sia con noi.
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Un’attesa infinita. Mare o campagna e tanto lavoro: mai restare soli
Dieci giorni possono risultare interminabili quando ci separano dal derby
(P. Franchi)
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