«Tifosi, non affezionatevi ai calciatori» e «Io alleno la Roma, non i singoli». La legge è questa. La portata delle frasi del d.s. Walter Sabatini e dell’allenatore plenipotenziario Luciano Spalletti esplodono solo adesso nella loro potenza. A Trigoria, in mattinata, succede quello che nessuno avrebbe mai immaginato: Totti viene cacciato di casa perché ha fatto una marachella.
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Totti, una storia finita…
Lo accusano di aver messo il suo interesse davanti a quello della squadra. Hanno cancellato in un lampo 300 gol e una vita intera con la stessa maglia
Lo accusano di aver messo il suo interesse davanti a quello della squadra. Hanno cancellato in un lampo 300 gol e una vita intera con la stessa maglia. È questo che colpisce di più. Anche se errore c’è stato — Totti poteva usare altre parole — la pena è stata massima. I tifosi allo stadio, invece, hanno fischiato Spalletti alla lettura delle formazioni. Anche in questo caso, la città è divisa.
Sul tavolo c’è l’intervista rilasciata sabato al Tg1, in cui ha in cui ha chiesto «rispetto e chiarezza» e detto che avrebbe preferito che l’allenatore gli dicesse certe cose in faccia «anziché doverle leggere sui giornali». È questa la frase che manda su tutte le furie l’allenatore. Spalletti chiama Totti nel suo ufficio e gli comunica che lo ha tolto dalla lista dei convocati. Non c’è la serenità giusta per affrontare la gara. Totti torna a casa, dopo aver salutato i compagni di squadra attoniti.
Il d.g. Baldissoni è cauto: «Dipende da molti fattori, dalle decisioni che prenderà lui, con il tecnico è il presidente».
«Ognuno ha la libertà di dire e pensare ciò che vuole, ma l’ultima parola spetta a me». Totti aveva detto anche questo nell’intervista di sabato. Ieri sera è andato negli spogliatoi a incitare i compagni prima della gara, stamattina sarà all’allenamento. Basterà? L’impressione è che Roma sia diventata troppo piccola per tutti e due. Frasi di circostanza a parte, è un campo minato: a ogni passo si rischia. Come si muoverà Pallotta? E, soprattutto, vorrà muoversi?
(L. Valdiserri)
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