Era il 26 maggio scorso: Bruno Conti, Daniele De Rossi e Francesco Totti stretti nell'abbraccio della romanità calcistica. Ultima partita in giallorosso di DDR, ma, a pensarci, anche ultima apparizione di Totti come dirigente. Da lì in poi, una discesa a perdifiato verso l’addio che sarà sancito domani, alle 14, nel Salone d’onore del Coni. Quanto a Bruno Conti, ha il contratto in scadenza... Non è bastato il lavoro diplomatico di Guido Fienga, il nuovo Ceo giallorosso che in un mese ha dovuto mettere la faccia su decisioni che hanno portato ai minimi storici l’indice di popolarità della dirigenza, riporta il "Corriere della Sera". Totti si è sentito preso in giro per l’ennesima volta, descritto come un "talent scout" buono per valutare i ragazzini e non come un vero dirigente. E anche l’offerta della carica di d.t. è stata vista come una scatola vuota, arrivata quando le decisioni sul nuovo d.s. (Petrachi) e sul nuovo allenatore (Paulo Fonseca) erano già state prese da altri senza ascoltare le sue indicazioni. Data e luogo scelte per l’addio sono simboliche. Il 17 giugno 2001 è stato il giorno del terzo e ultimo scudetto della Roma, conquistato all’Olimpico con il 3-1 al Parma, aperto dal gol del numero 10 all’amico Gigi Buffon. Il Salone d’onore del Coni, diciotto anni dopo, è la nuova casa al posto di Trigoria "detottizzata".
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Totti lascia la Roma “matrigna”. Mai più con Pallotta e Baldini
Domani la conferenza d'addio dal Salone d'onore del Coni. E quelle parole dette a De Rossi suonano profetiche...
Fino a quando ci sarà Pallotta presidente — e Franco Baldini consigliere — Totti non rientrerà più nella Roma. Riletto oggi, il saluto di Francesco all’amico Daniele De Rossi diventa profetico: "Torneremo grandi insieme!". Sottinteso: quando Pallotta non ci sarà più.
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