Dopo mesi impiegati a trovare la quadratura politica, dopo le bordate al progetto dello Stadio della Roma dell’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini e il lavoro di diplomazia dal delegato allo sport Daniele Frongia con i proponenti, ora si ragiona nel merito del progetto originale.
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Stadio, la giunta vuole cubature ridotte a un terzo
Saranno più basse due delle tre torri disegnate dall’archistar Daniel Libeskind
Il M5S chiede, come scrive Andrea Arzilli sul Corriere della Sera, una riduzione delle cubature ad un terzo. Intanto una bella sforbiciata a due delle tre torri disegnate dall’archistar Daniel Libeskind. La condizione posta da Berdini sembra sia questa, un taglio sostanzioso ai lavori. Naturalmente, il M5S ha tutta l’ intenzione di procedere al via libera allo stadio: il Garante del Movimento, Beppe Grillo, aveva già espresso parere positivo sull’opera considerata un «sì» strategico, una calamita per attrarre il consenso dell’elettorato di fede romanista in vista delle politiche.
Se questa fosse la scelta finale, una torre sarebbe destinata a restare così come è stata progettata, le altre due potrebbero essere dimezzate per il taglio. Scegliere questa linea, in teoria, potrebbe consentire al Campidoglio di tradurre in opere pubbliche 400 milioni di euro «privati». E di pronunciare il primo sì dopo la valanga di no che ha caratterizzato il primo semestre al governo della Capitale.
Il primo check-point utile sarà venerdì, quando la discussione arriverà in giunta insieme al maxi-emendamento preparato per l’approvazione del bilancio.
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