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rassegna stampa roma

Spalletti: “Non ritirate la maglia numero 10. Il calcio si fa solo con il presente”

Il tecnico: "Se gestissi la società, la maglia rimarrebbe viva, perché toglierla è mortificazione e non esaltazione"

Redazione

Battere il Milan stasera a San Siro è d'obbligo per la Roma. C'è da contro-sorpassare il Napoli di Sarri, ora secondo in classifica. L’importanza economica della qualificazione diretta alla Champions League è chiara, scrive Luca Valdiserri su Il Corriere della Sera.

Tanto che Spalletti, adesso, considera il secondo posto come uno scudetto: "La squadra è dispiaciuta per la sconfitta nel derby. C’è tanta amarezza e la sento tutta addosso. L’esame della classifica arriva a fine campionato e così quella contro il Milan diventa una partita fondamentale".

Spalletti promuove il suo lavoro ed è difficile capire se lo pensa davvero o se cerca di togliere pressione alla squadra, dopo aver fatto il contrario per tutto l’anno: "Le parole di Monchi su di me? Fa piacere perché la sua è una visione che viene da fuori, non è inquinata. Potermi confrontare con quello che è il l numero uno dei direttori sportivi è una cosa che mi tengo stretta".

Sul futuro di Francesco Totti, e sul ritiro (o meno) della maglia numero 10 il tecnico dice: "Se gestissi la società, la maglia rimarrebbe viva, perché toglierla è mortificazione e non esaltazione. Prima di Totti l’aveva Giannini, poi è venuto Totti. Si vuole ricordare Totti per bene? Scriviamo in piccolo il numero 10 e il nome Totti su tutte le maglie. Il 10 con il quale Totti ha fatto queste giocate deve vivere. Se tolgono la maglia e non la vedo più, andrò al cimitero a cercarla". L’ultima stoccata chiude il conto: "Gli articoli che scrivete su Totti osannano sempre i numeri della carriera. Ma per fare una formazione non si guarda il gol che ha fatto due anni fa o la corsa che ha fatto due anni fa, si vedono gli allenamenti fatti adesso e si confrontano con quelli di un altro giocatore che vuole giocare come lui".