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Spalletti non arretra: «Totti? Non è la Roma, qui scelgo io»

Il tecnico toscano non fa passi indietro e pretende concentrazione solo sulla partita di stasera

Redazione

La partita di stasera è fondamentale e non c'è spazio per altri pensieri: «Mi hanno preso per dare regole, principi e obiettivi, fino in fondo, per la vittoria della Roma. E per fare scelte». Luciano Spalletti non lascia. Semmai raddoppia. La Roma è uscita male da Bergamo sia per la classifica (l'Inter è a meno 4) che per l'immagine (la dura lite con Totti). L’allenatore non arretra di un centimetro: «Si parla di Totti perché ha fatto la storia della Roma. Però non è più quello di un tempo e io devo trovare altri quattro o cinque Totti, perché per fare una squadra forte devo avere giocatori di livello».

A Spalletti non è piaciuta l'uscita di un cronista secondo cui Totti ha salvato la Roma, ma deve abbozzare per la pace concordata con la società fino a fine stagione: «Se scrivete Totti salva la Roma sono d’accordo, ma se nell’analisi ci mettete anche quei contrasti stronca gambe che hanno fatto Emerson e El Shaarawy, l’azione di Perotti e il recupero di palla fatto da Florenzi, che era per terra, la descrizione è perfetta. Per questo dico che il gol è di Totti ma anche di tutta la squadra. Ed è diverso dire Totti salva la Roma oppure Totti è la Roma». Poi aggiunge: «Quando faccio la formazione non ho né padre, né madre, né figli, né parenti. Ho un solo obiettivo: la vittoria della Roma. Devo dare certi messaggi alla squadra e mi dispiace se Francesco lo interpreta diversamente, ma in questo caso è un problema suo. Io dico cose sane, che direbbe qualsiasi allenatore. Poi se Totti entra in campo e mi ribalta la partita sono contentissimo».

Non solo Totti, però: «Nella testa bisogna tenere solo poche cose. Il giorno ha 24 ore: 7-8 per dormire, 2-3 per allenarsi, altre per recuperare. Io voglio bene ai miei giocatori, ma soprattutto a quelli che arrivano in orario all’allenamento e si allenano bene».

Nessun dubbio sul futuro: «Ho un altro anno di contratto, se non succedono cataclismi con la proprietà io resto. Su Dzeko dipende solo da lui. Se mi fa vedere certe cose, lo uso. Se no, non lo uso. Invece di portarci il suo calcio fisico, all’inglese, ha assorbito il nostro casco-non casco, fallo-non fallo. Ma ora deve farci vedere chi è Dzeko, perché non c’è più tempo». L'attacco leggero resta l'ipotesi più probabile.

(Luca Valdiserri)