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Sfida al potere Juve

La Roma, regina delle inseguitrici, è più forte dell'anno scorso ma ancora con una difesa da sistemare

Redazione

Oggi ricomincia il campionato e con lui l'ennesima caccia alla Juve che, come al solito, ricopre il ruolo della preda. Il primo passo lo compie la regina delle sue inseguitrici, quella Roma che è arrivata seconda, a debita distanza, nelle due passate stagioni ma che oggi è più forte del passato. Un impegno non semplice, a Verona contro l’Hellas, come sottolinea il Corriere della Sera, che è una squadra ben allenata, con un grande pubblico e alla quale un pareggio andrebbe bene. Un terzetto di circostanze che, nel campionato scorso, è costato alla Roma un sacco di punti.

Sul mercato la Roma ha lavorato a fondo sull’attacco, tanto che due giocatori che l’anno scorso avevano la maglia da titolare assicurata (Totti e Gervinho) dovrebbero andare in panchina e il terzo (Iturbe) oggi è fuori per squalifica ma sarebbe ceduto volentieri per eccesso di qualificata concorrenza. Dzeko e Salah possono spostare gli equilibri, ma Garcia al Bentegodi avrà a disposizione una difesa rimaneggiata.  Toni e Pazzini, se Mandorlini deciderà di usarli insieme, saranno già un bel banco di prova.

Ieri il tecnico francese ha fatto un discorso da capo di Stato: «Uniti siamo forti, divisi molto meno. Società, calciatori, staff tecnico, tifosi: insieme possiamo fare molto. L’obiettivo resta la qualificazione alla Champions League, le ambizioni sono anche più alte. Intorno a me sento tanto entusiasmo, il destino della Roma è vincere». Al contrario del passato, il francese ha dato anche qualche traccia: «In porta giocherà Szczesny, anche se vedo lui e De Sanctis come due primi portieri e non come un titolare e una riserva». Il polacco, proprio come Dzeko, il vero centravanti che la Roma attendeva dai tempi di Batistuta, può essere il vero cambiamento nella Roma: gioca dieci metri più avanti di De Sanctis, dando al ruolo un’interpretazione molto diversa.

Dicono in tanti che per battere la Juve sia meglio un arrivo in gruppo piuttosto che un testa a testa. Forse è vero, ma partire bene è necessario più per le sfidanti che per la detentrice. Chi ce la farà?