(Corriere della Sera - G.Piacentini) - «Non è possibile che i criminali si impossessino degli stadi, il calcio deve essere restituito alle famiglie». A quasi una settimana dagli incidenti che hanno preceduto la finale di Coppa Italia, il dibattito su quello che avviene dentro e fuori gli stadi è ancora animato. Tra quelli che pensano che ormai la partita sia diventata un pretesto per creare disordine c’è Giulio Scarpati, tifoso romanista di vecchia data.
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Scarpati: “Disgustato ma manderei mio figlio allo stadio”
(Corriere della Sera – G.Piacentini) – «Non è possibile che i criminali si impossessino degli stadi, il calcio deve essere restituito alle famiglie».
«Ho visto la foto del “tifoso” coinvolto negli scontri con i napoletani: dietro di lui non c’erano simboli sportivi ma solo politici. Credo che ormai lo stadio sia diventato un posto per reclutare adepti, non c’entra la passione calcistica. L’ultima partita che ho seguito allo stadio è stata quella del derby sospeso: sono uscito disgustato per il fatto che i tifosi decidessero dell’ordine pubblico, sono passati dieci anni e le cose non sono cambiate».
«Faccio fatica a chiamare tifoso - continua Scarpati -chi, ad esempio, provoca la chiusura di un settore penalizzando la propria squadra. L’anticipo al pomeriggio di Roma-Juventus è una decisione di emergenza, ma bisogna uscire dall’immobilismo e prendere una serie di provvedimenti non generici ma “ad personam”, perché non può pagare la collettività per i singoli. E rispettare le leggi che già esistono. Non è possibile che non si riescano ad individuare i pochi responsabili e invece si colpevolizzino tutti. Se manderei i miei figli allo stadio? Sì, perché spero che sia anche un modo per cominciare a cambiare un certo tipo di mentalità: bisogna applaudire chi vince, ma anche chi è arrivato secondo».
Una speranza, questa, condivisa anche da Massimo Wertmuller. «Sarebbe bello - le sue parole - ripartire con un altro modo di intendere lo stadio, riconoscendo il valore dell’avversario e applaudendolo. Spero che accada durante Roma-Juventus, sarebbe un bell’esempio. Quello che sta succedendo sta togliendo al calcio la sua dimensione ludica: il tifo dovrebbe essere fatto di famiglie che vanno allo stadio, non dovrebbe essere superata la soglia degli sfottò. Bisogna mettere dei paletti e prendere dei provvedimenti - conclude Wertmuller -, altrimenti i criminali si impossesseranno anche dello stadio, che non può essere un luogo dove si forma il riscatto sociale. Quello va fatto in altri modi, ad esempio con la cultura».
Chi domenica andrà allo stadio senza troppe preoccupazioni sono i tifosi giallorossi dei Roma Club. «Non credo - le parole di Fabrizio Grassetti, presidente dell’UTR - che possano esserci infiltrazioni da parte dei napoletani. Noi andremo in assoluta tranquillità».
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