Il calciomercato della Roma, ancora una volta, è stato orientato soprattutto dal Financial Fair Play, che ha costretto Monchi a due cessioni importantissime (Salah e Ruediger) entro il 30 giugno. L’egiziano è stato sostituito con Schick, più giovane e inesperto, ma con grandi margini di miglioramento. Al posto del tedesco sono arrivati Moreno e Karsdorp, che per un problema al ginocchio non è mai stato utilizzato e che attualmente è un mistero, scrive Luca Valdiserri su "Il Corriere della Sera".
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Roma: un bel futuro, ma il presente è ostaggio dei conti
La difesa sembra il reparto più in difficoltà, nonostante l’arrivo del leader Kolarov. Molta scelta a centrocampo, rafforzato dal rientro di Pellegrini. Da decifrare l’attacco
Senza il gol di Perotti all’ultimo minuto contro il Genoa quale sarebbe stato il mercato della Roma? Monchi ha anche dovuto fronteggiare una situazione non creata da lui: i riscatti obbligatori di giocatori comprati dalla gestione precedente. Secondo i dati della Gazzetta dello Sport hanno pesato così: 8 milioni all’Inter per Juan Jesus, 9 al Genoa per Perotti, 3,2 al Tottenham per Fazio, 2,5 al Santos per Emerson Palmieri, 12,5 al Torino per Bruno Peres e 6 all’Empoli per Mario Rui. La difesa sembra il reparto più in difficoltà, nonostante l’arrivo del leader Kolarov. Molta scelta a centrocampo, rafforzato dal rientro di Pellegrini. Da decifrare l’attacco, con l’acquisto di Defrel che era stato presentato come il vice Dzeko ma che ora, dopo l’arrivo di Schick, sembra più che altro un’opzione per la fascia destra. Monchi si è mosso molto bene con la carta d’identità: Karsdorp, Cengiz Under, Pellegrini e Schick sono giovani di sicuro talento. Il mercato sembra buono soprattutto in vista del futuro. Il problema è che sei anni di proprietà americana non hanno portato a Trigoria nemmeno un trofeo mentre, nel frattempo, oltre alla Juve, hanno vinto qualcosa anche Napoli, Milan e Lazio.
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