Dopo il deludente pareggio con il Verona, l’obiettivo della Roma diventa il terzo posto, anche se non si può dire pubblicamente perché sarebbe l’ammissione del fallimento, scrive Luca Valdiserri su "Il Corriere della Sera". Questa, secondo il presidente James Pallotta, era una squadra che doveva vincere lo scudetto a prescindere da chi la guidava. Una squadra così forte da non aver bisogno neppure dell’allenatore.
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Roma malata, senza gambe e testa. Spalletti, un difensore a tutti i costi
Si può discutere, semmai, chi sia il più malato al suo interno. Tanti i punti interrogativi, tra cui Dzeko, Salah, Castan e, nel breve futuro, Strootman
La realtà è molto diversa. La Roma ha vinto una sola partita delle ultime undici e per trovare una striscia peggiore bisogna risalire alla stagione 2004-2005. La Roma è malata. Si può discutere, semmai, chi sia il più malato al suo interno. Dzeko non segna su azione in campionato dal 30 agosto: era Roma-Juve, è passato un girone intero. Chi lo conosce parla di carichi di allenamento non personalizzati sul suo fisico (192 centimetri per 80 chili) che gli hanno fatto perdere la brillantezza.
Mohamed Salah non segna in campionato dal 25 ottobre e non riesce più a dare un contributo importante alla squadra dopo l’infortunio alla caviglia nel derby dell’8 novembre, quando fu steso da un intervento killer di Lulic. C’è anche un risvolto psicologico: il 25 gennaio arriverà la sentenza Uefa sul suo trasferimento estivo. Sullo sfondo resta a questo punto il trasferimento di Gervinho in Cina.
Leo Castan non è riuscito a ritornare ai suoi livelli. Avrebbe bisogno di giocare, per migliorare, ma la Roma non può permettersi di perdere altri punti. C’è l’ipotesi di un prestito in Brasile per i prossimi sei mesi. Il discorso, purtroppo, rischia di riproporsi con Kevin Strootman. Non è possibile che l’olandese, reduce da una doppia operazione al ginocchio, sia immediatamente al top.
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