Marassi (leggi Genoa) restituisce alla Roma con gli interessi quello che Marassi (leggi Samp) le aveva preso. La Banda Garcia è di nuovo in testa al campionato, agganciando la Juve che cade per la prima volta in questo campionato. La dinamica è quella che va sotto il nome di «orgasmo del tifoso»: la notizia del gol di Antonini arriva quando la Roma ha appena finito la sua fatica contro il Cesena e trasforma in bellissima una partita che non lo era stata.
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La Roma gioca al risparmio ma ritrova il primato in classifica
La notizia del gol di Antonini arriva quando i giallorossi hanno appena finito la loro fatica contro il Cesena e trasforma in bellissima una partita che non lo era stata.
Incredulo Keita, che si deve far spiegare un paio di volte perché lo stadio sia ribollendo di entusiasmo. Controllato Garcia, che viene informato da Nainggolan di guardare il tabellone luminoso dell’Olimpico e si lascia andare a un sorriso, ma non esulta sguaiatamente, perché sa che la strada è ancora lunghissima. Però di più non si poteva ottenere dal turno infrasettimanale: tre punti presi alla Juve, alla Sampdoria (e all’Udinese), due a Milan e Napoli, in attesa della Lazio impegnata oggi a Verona con l’Hellas.
Finale pirotecnico di una gara iniziata bene — triplo tiro di Torosidis respinto come fosse un flipper dopo 6’ e gol di Destro all’8’, su perfetto assist di Gervinho che ha spaccato in velocità la difesa cesenate — e gestita poi senza brillantezza ma rischiando pochissimo. Il Cesena, infatti, ha deciso di difendere anche lo svantaggio, sperando in un’occasione passeggera. Il piano di Bisoli poteva avere successo al 24’ della ripresa, quando Hugo Almeida ha messo fuori di poco un colpo di testa su cross di Renzetti. Troppo poco per uscire dall’Olimpico con un punto, ma gli assenti (Cascione, Brienza, il portiere Leali) sono un alibi serio per una squadra progettata per una difficile salvezza.
Garcia ha gestito la partita ma anche le energie per le prossime due trasferte, molto difficili, a Napoli (sabato) e a Monaco (mercoledì, contro il Bayern del famoso 7-1). Ha fatto riposare Totti e Nainggolan, dando un «break» anche al portiere De Sanctis. Ha ritrovato Keita, che ha giocato 90’, e De Rossi è ritornato al gol che gli mancava dal 25 agosto 2013, a Livorno, nella prima partita di serie A del tecnico francese. Iturbe ha sbagliato quasi tutti i palloni nei 52’ che ha avuto a disposizione, dimostrando di non essere ancora dentro gli schemi della squadra, e molto meglio ha fatto Florenzi. Quello che preoccupa più di tutto, però, visto che l’ex veronese è giovane e va aspettato, sono gli infortuni che non mancano mai. Ieri mancavano Strootman, Castan, Balzaretti e Maicon, si è bloccato Astori (stiramento alla coscia sinistra) e Manolas è uscito dal campo zoppicando per una distorsione alla caviglia. Il primo dovrà stare fermo almeno tre settimane, il secondo sarà valutato nelle prossime ore ma è in dubbio per Napoli.
L’unico giocatore veramente esplosivo, in questo momento, è Gervinho. L’assist per Destro ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’ivoriano ha «ripulito» il gioco e che, con la totale fiducia di Garcia, è cresciuto ancora rispetto alla scorsa stagione. Quanto a Destro è vero che partecipa alla manovra in modo alterno, ma anche che ha segnato 4 gol in 8 presenze e, soprattutto, 4 in 5 gare da titolare. Se la Roma riuscirà ad avere presto (quasi) tutti i suoi campioni, e se nessuno diventerà troppo triste in panchina, il futuro è luminoso.
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