Il presidente James Pallotta tuona da Boston, ma non sui due temi che infiammano i tifosi della Roma. Chiama i romanisti all’azione, ma sul tema che gli sta veramente a cuore, cioè lo stadio di proprietà: "Ho inviato da Boston importanti membri di SDR sperando in un progresso, ma al Comune erano troppo occupati per incontrarli. Forse un grande investimento e tanti nuovi posti di lavoro non sono così importanti. Se i tifosi vogliono lo stadio, devono sollecitare un intervento".
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Pallotta in tackle, ma sullo stadio. Sarri si allontana dalla panchina
Il presidente: "Comune immobile, intervengano i tifosi". Il tecnico: "Voglio il Chelsea"
I suoi commenti sono sempre sulla parte non sportiva, come quelli fatti a Miami sulle comunicazioni: "Abbiamo un canale tv con milioni di abbonati. A Roma ci sono nove radio che parlano di calcio e sparerebbero merda tutto il giorno, per questo mi sono stancato e ho comprato una stazione radio. Ora tre di queste nove sono in bancarotta".
Nel frattempo anche Maurizio Sarri, dopo Antonio Conte, si allontana dalla panchina giallorossa. Il tecnico, alla vigilia della semifinale di ritorno tra Chelsea e Eintracht Francoforte (1-1 all’andata in Germania), ha fatto la sua dichiarazione di intenti: "Come dico tutte le volte, io voglio restare qui. Mi piace molto il calcio inglese, l’atmosfera che si vive negli stadi. Se il Chelsea decidesse di licenziarmi? Potrei provare con un altro club inglese". L’ultima frase è uno scherzo, il resto no.
Ma i rapporti con Abramovich, con parte della tifoseria e una fetta di spogliatoio sono tesi. Per questi motivi la Roma non molla la presa. La Roma si muove anche sulle tracce di Gian Piero Gasperini, ma anche qui ci sono ostacoli: l’Atalanta è vicina alla storica qualificazione in Champions e Gasperini a Bergamo è un dio.
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