James Pallotta rivolta la Roma da capo a piedi, chiude la due giorni londinese negli uffici della Raptor con tutto lo stato maggiore del club (ma non con Rudi Garcia, ieri al lavoro al centro sportivo di Trigoria e non in vacanza a Parigi come si pensava), riflette se parlare prossimamente alla radio ufficiale e progetta lo sbarco a Roma per presentare il progetto finale dello stadio al sindaco Ignazio Marino. I lamenti del giovane Rudi prima di Roma-Palermo (Juve di un altro pianeta, distacco destinato ad aumentare e mercato che si autofinanzia con le cessioni) sono stati liquidati in un’intervista ad alzo zero concessa alla Gazzetta dello Sport e così riassumibile 1) la batosta contro il Bayern ha cambiato la stagione e «quella sera il nostro allenatore ha sbagliato la gestione della gara» (profilo tecnico); 2) la squadra «non reggeva più di 60’, bisogna allenarsi meglio e di più (profilo atletico); 3) «la conferenza stampa non mi è piaciuta, certe cose non bisogna darle in pasto all’opinione pubblica» (profilo comunicazione). Un secco 3-0.
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Pallotta furioso, ora tutti in discussione. La Roma a caccia di un compromesso
Diversi gli argomenti pesanti sul tavolo della discussione al centro del summit di Londra che ieri il presidente ha avuto con la dirigenza giallorossa
Ieri è toccato al d.s. Walter Sabatini spiegare alcune cose, in primis la campagna acquisti di gennaio («Doumbia aveva giocato la Coppa d’Africa e non era pronto» è un altro passaggio dell’intervista di Pallotta).
Garcia ha dalla sua parte i due secondi posti in campionato. Sabatini ha una serie di plusvalenze: da Lamela a Marquinhos, da Benatia a Osvaldo, da Dodò a Bradley. Al contrario di quello che dice Lotito, ricordando il lavoro del d.s. alla Lazio, Sabatini è stato più bravo a vendere che a comprare.
Altri due argomenti pesanti sul tavolo della discussione sono stati: 1) il monte ingaggi dilatato, con prolungamenti tipo quello di Maicon che non ha più giocato un minuto dal 3 febbraio; 2) la carta d’identità molto alta della rosa, che costringerà in breve tempo a «rifare» la squadra. Pallotta ha fatto anche notare come l’entusiasmo per il derby vinto è stato dilapidato in pochissimo tempo, mettendo la Roma in un mare di polemiche.
Quelle di Pallotta non sono state soltanto parole. Basti pensare agli interventi sullo staff medico, sul preparatore atletico e sul team manager, oltre al maggior spazio acquisito dentro Trigoria dal suo braccio destro Alex Zecca.
Andreazzoli, un fedelissimo di Sabatini, ieri ha dato le dimissioni, rinunciando all’ultimo anno di contratto. Quello che si chiedono i tifosi, però, è come partire nella nuova stagione in una situazione con Garcia «depotenziato» e Sabatini non certo rafforzato. Il rischio di uno «stallo» esiste e a pagarne il prezzo sarebbe la Roma.
Garcia ha un contratto da 2,5 milioni netti fino al 2018, che non rende praticabile una separazione unilaterale da parte della Roma, ma nei prossimi giorni il suo agente (che è anche quello di Gervinho e Keita) sarà in città. Il tecnico ha già affrontato in passato una situazione spinosa: dopo un ottimo quinto posto nel campionato 2008-09 con il Lille, con una squadra rinnovata che veniva da un settimo posto, venne «licenziato» dal d.g. Xavier Thuilot, con cui aveva pessimi rapporti. Thuilot propose un risarcimento consensuale di 400 mila euro e i legali di Garcia rilanciarono chiedendone 3 milioni e 200 mila. Il presidente Seydoux, poi, mandò via Thuilot e tenne Garcia, che vinse scudetto e Coppa di Francia.
A volte le storie complicate trovano una soluzione. Ma non sempre. E poi qualcuno dovrà spiegare a Garcia le parole rilasciate ieri da Sarri, nel salutare l’Empoli: «Ci sono state delle situazioni avanzate col Milan, ho avuto contatti anche con la Roma». Difficile dire perché si debba contattare Sarri se si ha un allenatore con contratto fino al 2018. O no?
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