Per Negro hanno perfino scritto canzoni e cantato cori, i tifosi. Quelli della Roma. Già, perché il povero Paolo, viene ricordato anche, se non soprattutto, per un autogol. Un’autorete sfortunata che diventa l’icona della beffa, dello sfottò, perfino dello scudetto giallorosso che arriverà sei mesi più tardi. Come riporta l'edizione odierna de "Il Corriere della Sera", ci sono difensori, nella Lazio, il cui percorso è macchiato dal derby. In modo indelebile. Negro è il caso più eclatante. Confesserà dieci anni dopo: "Mi trovai solo contro tutti, mezza città mi prendeva in giro e l’altra mezza non mi perdonava. Un incubo". Non andrà proprio così a Bastos, probabilmente, ma l’ultimo derby rimarrà anche sulla sua pelle. Il clamoroso fallo appena dentro area commesso su Kolarov e l’occasione regalata a Nainggolan, che l’ha subito sfruttata per il 2-0, hanno trasformato l’angolano nel bersaglio preferito dei tifosi sui social. Sulla sconfitta c’è la sua firma: i romanisti se la ridono, i laziali non la digeriscono. Un po’ com’era capitato, esattamente un anno fa, a Wallace, il quale aveva lanciato Strootman verso la porta e la Roma verso la vittoria nel derby con una leggerezza mai vista.
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Negro e Nesta, Wallace e Bastos. Quanti errori fatali dei difensori
Il rigore concesso e il pallone regalato a Perotti dal centrale biancoceleste sono solo le ultime sviste di una lista che comincia ad allungarsi
Chissà cosa sarebbe successo a Negro se diciassette anni fa ci fossero stati i social. E chissà cosa avrebbero detto a Nesta, il quale nel marzo del 2002 – pochi mesi prima di lasciare la Lazio – venne sostituito nell’intervallo da Zaccheroni perché ne aveva combinate di tutti i colori, facendosi segnare tre gol in pochi minuti da Montella (il derby sarebbe finito 5-1). Per consolarsi almeno un po’, Bastos può pensare che i suoi predecessori hanno lasciato una traccia profonda nella storia della Lazio. E può anche ritenerlo un segno del destino che arriva da molto lontano, se è vero che il primo difensore a regalare un derby alla Roma fu Maximiliano Faotto, con un autogol raccontato come incredibile e arrivato addirittura al 92’. Finì 2-1, prima avevano segnato niente meno che Amadei e Piola. Era l’11 gennaio 1942, lo scudetto lo avrebbero vinto i giallorossi.
(S. Agresti)
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