rassegna stampa roma

Lotito e Pallotta, un derby a due velocità

Il selfie di Totti ha alimentato polemiche tra la dirigenza della Roma e quella laziale

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Fuori dal Grande Raccordo Anulare sorridono. Vedono la polemica tra il presidente della Lazio, Claudio Lotito, e quello della Roma, James Pallotta, come il solito duello rusticano. Non più tra una riva e l’altra del Tevere ma con in mezzo l’Oceano. Sono Pazzi Questi Romani. È davvero così? Il derby di Roma è «più derby» di altri. Per troppi anni è stato visto come un salvagente di stagioni con obiettivi di secondo piano e questo ha aumentato la litigiosità.

Nello specifico, però, dietro il selfie di Totti, le profezie di Lotito sullo scudetto che andrà ancora alla Juventus, l’accenno del d.g. romanista Baldissoni alla competenza laziale sulle scommesse, i fendenti di Lotito sui bilanci della Roma e la risposta di Pallotta («Glieli spiegherò come si fa con un bambino») c’è di più. Lo sfondo è la velocità che si vuole imprimere al calcio italiano. Lotito è un dirigente capace, che si dedica anima e corpo alla Lazio e alla propria carriera. Si informa su tutto, chiede tutto, presenzia a tutto, occupa ogni spazio. In sequenza ha parlato da tifoso/presidente della Lazio, da pedagogo, da controllore dei conti, da depositario delle riforme della Federcalcio e persino da Giudice sportivo in pectore, chiedendosi se futuri giocatori che si faranno un selfie in campo saranno perdonati come Totti o sanzionati con un’ammonizione. Augurando a Pallotta «di rispettare le norme del fair play italiano, a partire dal 1 luglio 2015» e ricordando «che nell’arco dell’anno 2014 ha perso oltre 38 milioni di euro, presentando inoltre un patrimonio netto negativo consolidato di oltre 81 milioni di euro» Lotito è entrato a piedi uniti sull’avversario.