Alzi la mano chi pensava di poter leggere ancora in una cronaca della Roma: Bruno Peres migliore in campo. Contro il Brescia, che non è certo il Real Madrid ma che si giocava le ultime speranze di salvezza, invece è stato proprio così: il brasiliano, che pochi mesi fa non era buono nemmeno per la serie B brasiliana, è stato una chiave della vittoria e anche quattro giorni prima, contro il Parma, aveva servito l’assist per il gol di Mkhitaryan.
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La Roma nuovo modello dice addio alle ali
Il 3-4-2-1 scelto da Fonseca ha tolto ancora spazio a Under e Kluivert, che amano giocare larghi
La spiegazione, scrive Luca Valdiserri sul Corriere della Sera, è semplice: Bruno Peres ha sempre dato il meglio nel 3-5-2, un modulo che ne attenua i gravi limiti difensivi e lo lascia più libero di attaccare, la cosa che sa fare meglio. E adesso Fonseca ha scelto il 3-4-2-1 che ai due esterni di centrocampo - Peres e Zappacosta a destra, Kolarov e Spinazzola a sinistra - chiede in pratica gli stessi movimenti.
Il 3-4-2-1 taglia fuori gli esterni puri come Kluivert (pesce fuor d’acqua contro il Napoli, messo vicino a Dzeko) e Cengiz Under, abituati ad avere la linea laterale come costante riferimento. È chiaro che i due siano sul mercato per motivi economici ma a questo punto anche tattici. Con il doppio trequartista dietro al centravanti, Fonseca cerca anche qualche gol in più.
E Pedro, già bloccato per la prossima stagione? Lo spagnolo, con il passare degli anni, si è trasformato da esterno puro del 4-3-3 barcelonista in seconda punta. Fonseca lo vede addirittura come possibile vice-Dzeko, che Conte insiste a chiedere per l’Inter della prossima stagione. Il bilancio della Roma richiederà sacrifici, con cessioni e taglio del monte stipendi. Nessuno, oggi come oggi, può essere sicuro del suo futuro.
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