A due giorni dalla ripartenza del campionato, si gioca mercoledì alle 21.45 contro la Sampdoria all’Olimpico che oggi ospiterà l’allenamento della squadra, in casa giallorossa c’è una sola certezza, e si chiama Paulo Fonseca, scrive Gianluca Piacentini sul Corriere della Sera.
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La Roma in confusione e Champions più lontana
L’Atalanta aumenta il vantaggio, Fonseca ora dovrà superarsi
Con la società in vendita - proseguono i contatti con Dan Friedkin ma anche con altri potenziali investitori -, con un presidente che non si vede a Trigoria da circa due anni e che continua ad affidarsi ad un consulente esterno come Franco Baldini, senza un direttore sportivo di ruolo (Petrachi è sospeso e Morgan De Sanctis non sarà ufficializzato prima della rescissione con l’ex granata), il tecnico portoghese al momento è l’unico punto di riferimento "tecnico".
Per i giocatori, ovviamente, ma anche per i tifosi che vedono in lui l’uomo che può condurre la squadra al quarto posto (missione quasi impossibile dopo il successo di ieri contro il Sassuolo dell’Atalanta che è tornata a più 6 ed è in vantaggio negli scontri diretti) o alla vittoria dell’Europa League, che renderebbe storica una stagione che finora può considerarsi appena sufficiente.
Oggi la posizione di Fonseca dentro la Roma è così solida, che anche nelle scelte di mercato c’è la sua impronta. La decisione di puntare su Pedro, a cui il tecnico ha telefonato come aveva fatto la scorsa estate con Veretout e non solo, ma anche la richiesta di confermare Smalling (col Manchester si tratta sull’ipotesi di prestito con obbligo di riscatto) e Mkhitaryan, sono scelte che la società probabilmente non avrebbe fatto, se non ci fosse dietro una sua precisa richiesta. "Servono giocatori decisivi ed esperti", ha detto più volte ad una proprietà che, invece, negli ultimi anni ha quasi sempre puntato sui giovani di prospettiva.
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