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La rinascita di Borriello, da problema a risorsa

(Corriere della Sera – G.Piacentini) – A poche ore dalla chiusura del mercato era con la valigia pronta, sicuro che il suo futuro sarebbe stato ancora una volta lontano da Roma e dalla Roma che aveva provato, senza riuscirci, a...

Redazione

(Corriere della Sera - G.Piacentini) - A poche ore dalla chiusura del mercato era con la valigia pronta, sicuro che il suo futuro sarebbe stato ancora una volta lontano da Roma e dalla Roma che aveva provato, senza riuscirci, a venderlo in ogni latitudine, da Londra a Genova, fino alla Spagna. Oggi, meno di un mese dopo, Marco Borriello potrebbe rivelarsi una risorsa inaspettata per la squadra di Rudi Garcia. Non è più «il problema» che, due anni fa, vedeva in lui il d.s. Sabatini, ma un giocatore utile alla causa e che, per la causa, è pronto non solo a sacrificarsi sul campo ma anche a rinunciare ad una parte del suo ingaggio, che sarà spalmato. Il miracolo di recuperarlo è riuscito a Rudi Garcia, che ha lavorato assai dal punto di vista psicologico, ma molti meriti vanno dati anche al calciatore che, a 31 anni, ha raggiunto una maturità che gli ha consentito di fare un salto di qualità dentro e fuori dal campo.

Un cambiamento evidenziato da tanti piccoli atteggiamenti — non ultimo quello di aver lasciato la «sua» maglia numero 22 a Mattia Destro — che hanno cancellato alcuni comportamenti che in passato avevano fatto storcere la bocca ai suoi allenatori, da Ranieri a Luis Enrique, passando per Montella. Il calciatore che si lamentava in panchina per non essere stato schierato nonostante i suoi «25 mila gol segnati» o che a Donetsk strappò il pallone dalle mani di Pizarro per calciare (e sbagliare) un rigore, non c’è più. È stato rimpiazzato da quello che entra al novantesimo nel derby e, nonostante i pochi minuti a disposizione, si impegna, corre e quasi fa gol; lo stesso che a Parma, con la Roma in vantaggio 2-1, salva sulla linea il gol del possibile pareggio pochi secondi prima del rigore del definitivo 3-1, che avrebbe voluto tirare ma che, davanti al rifiuto del suo amico De Rossi («annamo a vince» fu il messaggio di benvenuto di Daniele quando arrivò dal Milan), non ha fatto nessuna polemica. «Un giocatore preferisce sempre giocare dall’inizio, ma per il momento quelli che sono entrati dalla panchina si sono dimostrati concentrati » è l’analisi di Rudi Garcia, che qualche giorno fa ha dichiarato che Borriello «troverà spazio perché è l’unico attaccante con caratteristiche specifiche».

Potrebbe succedere già oggi a Genova, contro la Sampdoria, oppure domenica sera con il Bologna, all’Olimpico, per consentire a Francesco Totti di tirare un po’ il fiato dopo un avvio di stagione giocato a livelli stratosferici, alla faccia della carta d’identità e dei 37 anni che compirà venerdì. Un compleanno da festeggiare per più di un motivo: il rinnovo del contratto da giocatore fino al 2016 (quando avrà 40 anni), più cinque da dirigente, ma soprattutto il primo posto in classifica, il cui mantenimento passa per la gara di questa sera con la Sampdoria. Una squadra a cui Francesco ha già segnato 14 gol, compreso quello del 26 novembre 2006, inserito dal «Sun» nella lista dei 10 gol impossibili di ogni tempo, che ancora oggi è probabilmente il suo più bello. Notizie dall’infermeria: oltre a Bradley e Destro, non è stato convocato il greco Torosidis per un problema all’adduttore della gamba sinistra.