(Il Corriere della Sera - L. Valdiserri) Sono i soliti «boscaioli », anche se nobilitati dalla definizione di Selezione Alto Adige, ma l’interesse è comunque alto. Perché quella di oggi pomeriggio, alle 17.30, è la prima uscita della Roma di Rudi Garcia e non importa l’avversario. Importa ripartire dopo l’immensa delusione dello scorso campionato, la finale persa di Coppa Italia contro la Lazio, l’addio di Franco Baldini e la quarta guida tecnica in ventiquattro mesi. Il difficile è calibrare la necessità di non dimenticare quello che è successo e la necessità di ricominciare senza farsi schiacciare dalla pressione che ha ormai invaso tutto quello che sta attorno alla Roma. I risultati sportivi della gestione americana sono stati disastrosi, ma la sconfitta fa parte dello sport e farla diventare una tragedia non è né giusto né produttivo. La serietà non è per forza pesantezza.
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La prima prova di Garcia «C’è voglia di riscatto»
(Il Corriere della Sera – L. Valdiserri) Sono i soliti «boscaioli », anche se nobilitati dalla definizione di Selezione Alto Adige, ma l’interesse è comunque alto.
A Federico Balzaretti, ieri in conferenza stampa, è toccato il difficile compito di cercare la giusta misura tra assunzione di responsabilità e rispetto che è comunque dovuto a tutti: «C’è tantissima voglia di riscatto, la stagione passata dal punto di vista personale è stata bruttissima. Sono stato male e sto ancora male: è brutto deludere la società e i compagni. La finale persa pesa ancora dentro di me, dentro di tutti e non sarà facilmente cancellabile. Io ho sofferto tantissimo e parlarne non mi fa stare bene. È stato un anno deludente e ne sono consapevole, ma cerco di ripartire trovando la fiducia in me stesso, cercando di esprimere quello che non sono riuscito ad esprimere. Bisogna riprendersi piano da un anno negativo per tutti». Non ha aiutato cambiare tanto e spesso, ma questo non può essere un alibi: «In ogni squadra è necessario tracciare una rotta e seguirla. L’anno scorso ci abbiamo provato, ma non ci siamo riusciti. Il lavoro quotidiano è stato importante, ma quello che conta è la partita della domenica. Noi credevamo nel progetto di Zeman e poi abbiamo seguito Andreazzoli, ma il nostro limite è stato non portare in campo quello che facevamo in settimana. Le responsabilità sono ovviamente le nostre. Ho visto la squadra lavorare bene tutto l’anno, nessuno si è tirato indietro. I risultati, però, non sono venuti. E quelli contano. Le contestazioni? Sicuramente dispiacciono, ma ci stanno. Prima di arrivare qua, lo sapevamo. Ne abbiamo prese e ne prenderemo, è una cosa che fa parte del calcio italiano. Gli applausi vanno meritati e sta a noi riscattarci essendo uniti. So che i tifosi staranno dalla parte della Roma, possono non esserlo dalla mia, magari, ma di sicuro non faranno mancare l’aiuto alla squadra».
La partita di oggi sarà una prima prova, inutile darle significati definitivi. L’impressione, però, è che Garcia proverà il 4-3-3. Magari questo: Lobont; Torosidis, Benatia, Castan, Balzaretti; Bradley, Pjanic, Florenzi; Lamela, Borriello, Totti. Poi tanti cambi. Motivi di interesse: la posizione di Pjanic, il ruolo di Totti, l’eventuale utilizzo di Osvaldo. Ieri, quando il centravanti ha segnato un gol in allenamento, dagli spalti si è alzato un grido: «E adesso sono 201!». Il modo giusto per ripartire. L’ironia e la leggerezza. Quasi sicuramente non sarà impiegato Maicon che, arrivato in ritiro ieri pomeriggio, si è allenato a parte. In serata è previsto che Kevin Strootman, sbarcato ieri a Fiumicino, si aggreghi al gruppo.
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