Luciano Spalletti e Matteo Renzi hanno qualcosa in comune: prima di tutto la filosofia della rottamazione, che poggia su una radicata convinzione: prima di loro c'è una storia pessima. Dopo, con loro, un'ottima storia. Difficile comprendere il caso Totti se non si parte da questo concetto. Totti è il passato, o meglio, avrebbe detto Vittorio Gassman, è un grande avvenire dietro le spalle. Incarna una Roma con poche vittorie ma tanta passione. E dunque, un po’ come la sinistra d’antan, va rottamato. Con le buone e, se occorre, con le cattive. Fino a rimproverargli i suoi quasi quarant'anni e le briscolette notturne, oltre alla sterilità sotto porta di Dzeko. Si dà il caso, però, che il Capitano sia un rottamando del tutto particolare. Una leggenda vivente. In grado di esaltare e commuovere un popolo che c’è ancora, eccome, anche se allo stadio non va quasi più, e sulle meraviglie dei tempi nuovi nutre infinite perplessità. E in grado di cambiare un campionato che sembrava finire in modo modesto. Certo non può essere il futuro, Francesco. Ma è quel cuore antico senza il quale il futuro semplicemente non esiste.
rassegna stampa roma
Il cuore antico non si rottama
Luciano Spalletti e Matteo Renzi hanno qualcosa in comune: prima di tutto la filosofia della rottamazione, che poggia su una radicata convinzione: prima di loro c’è una storia pessima. Dopo, con loro, un’ottima storia. Difficile...
È un concetto difficile da spiegare ai rottamatori di ogni specie. Di solito leggono poco, e malvolentieri: mi guardo bene, quindi, dal consigliare loro di accostarsi alle grandiose pagine di Antonio Gramsci sui giovani e gli anziani. Mi limito piuttosto a segnalare che il Capitano è diventato, assai al di là dei confini calcistici della vicenda, una specie di angelo vendicatore, di eroe eponimo, di potenziale leader carismatico. Anche per questo, oltre che per tutto quello che in più di vent’anni ci hai dato, oltre che per averci arroventato il cuore in pochi, irraccontabili minuti mercoledì sera: non una, ma mille volte daje France’.
(Paolo Franchi)
© RIPRODUZIONE RISERVATA