Prima i complimenti a Di Francesco e Nainggolan, poi le "picconate", scrive Luca Valdiserri su "Il Corriere della Sera". Questo il riassunto della conferenza stampa di Luciano Spalletti ieri a Trigoria. Il tecnico toscano non ha risparmiato nessuno: i «topini» dentro il suo ufficio a Trigoria; i «visucci» di chi sta in panchina; i medici «che devono essere medici da Roma»; il mercato che è finito con Perotti «perché non possiamo fare altro»; i doloretti assortiti di un gruppo poco abituato a lavorare con Rudi Garcia perché «lui ha detto che è importante la prestazione per arrivare al risultato. Io aggiungo che è importante lavorare in un certo modo durante la settimana per fornire una prestazione».
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General Hospital Roma: Dzeko è fuori, Totti quasi
Oggi c'è da affrontare il Sassuolo in grande emergenza: fuori Dzeko (ematoma al polpaccio), Digne, Torosidis, Iago Falque e Florenzi. Totti è stato convocato, ma non sta bene: «Ha un dolore al gluteo, è da valutare»
Ce n’è per tutti. Spalletti si sta prendendo la Roma centimetro dopo centimetro. Per qualcuno si sta muovendo come un elefante in un negozio di delicate ceramiche, per la netta maggioranza dei tifosi della Roma è l’uomo giusto al posto giusto. Oggi c'è da affrontare il Sassuolo in grande emergenza: fuori Dzeko (ematoma al polpaccio), Digne, Torosidis, Iago Falque e Florenzi. Totti è stato convocato, ma non sta bene: «Ha un dolore al gluteo, è da valutare. Spero come sempre stringa i denti, ci ha abituato anche a questo, però ha dolore ed è dovuto uscire prima dell’inizio dell’allenamento perché appena si è mosso e ha fatto le prime corse sentiva un dolore abbastanza acuto».
Potrebbe giocare Perotti e sarà data ancora fiducia piena a El Shaarawy: «Ha fatto una buona prestazione e ha fatto anche gol, per cui non si rischia niente a rimandarlo in campo. In questo caso la testa diventa fondamentale. C’era il rischio se il ragazzo non avesse fatto vedere subito la sua qualità, soprattutto in uno stadio storico come quello dell’Olimpico, di fronte a quei monumenti lì. È chiaro che con qualcuno siamo obbligati a fare turnover, però le scelte sono abbastanza obbligate. Stephan può fare il centravanti? Secondo me è meglio se si lascia sull’esterno. Ha facilità di corsa nel lungo tratto, riesce a darti una mano come copertura di spazi in fase difensiva e, allo stesso tempo, lo puoi ritrovare dietro la linea dei difensori. Ha 60-70 metri facili nelle gambe, è uno che ribalta l’azione».
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