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Garcia, l’ossessione è sempre lo scudetto

«Mi auguro di vedere una bella partita e che ci sia fair-play. Mi piacerebbe un’accoglienza a livello della Roma e non come quella che abbiamo ricevuto all’andata. Poi, sul campo, come è ovvio, lotteremo»

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Sono passati 163 giorni e molto è cambiato, in primis la classifica: dopo la partita di andata, tra mille polemiche, la Juve era a +3 e adesso è a +9. È così che le parole di Rudi Garcia(«Dopo questa partita sono sicuro che la Roma vincerà lo scudetto») gli vengono ritorte contro, come fossero un boomerang. Se potesse tornare indietro, gli chiedono, le direbbe di nuovo? Non è la prima volta che glielo domandano, secondo una legge non scritta del calcio: tutto quello che dirai potrà essere usato contro di te. Ecco perché, quasi sempre, ci si nasconde dietro a frasi fatte.

«Vedo la vostra ossessione a chiedermi questa cosa dello scudetto. Posso dire che, forse, c’è una divinità misteriosa che ha voluto punirmi per questo peccato di superbia. Ma se l’ho fatto era per lottare contro un ambiente di pessimismo ossessivo. Non era il comportamento di uno stupido che non riflette su quello che dice. Penso che per mantenere la motivazione e l’ambizione al massimo fosse necessario comportarsi così. Non ci fermiamo a questa stagione: l’obiettivo non solo è vedere la Roma al centro del villaggio, ma al centro dell’Italia. E questo non si fa in pochi giorni. Il destino della Roma, come ha ripetuto il presidente Pallotta, è lottare per il titolo non solo quest’anno, ma anche in futuro. La prossima volta che qualcuno mi farà questa domanda, lo manderò a quel paese (ride; ndr). Il destino della Roma è lottare per vincere lo scudetto e, speriamo, un giorno per vincere anche in Europa. Dobbiamo mostrarci all’altezza di questo destino. Con quella dichiarazione ho voluto ridare orgoglio ai tifosi che di scudetti ne hanno vinti pochi».

Trasformare la gara in una vendetta non serve alla Roma, che spesso è andata fuori giri proprio per eccesso di tensione: «C’è solo il contesto attuale, la squadra al secondo posto che riceve quella che è al primo. E quando è così, il secondo è sempre motivato al massimo ». Un richiamo all’andata, però, non può mancare. Non sulle decisioni di Rocchi, ma sulla pioggia di insulti e minacce alla panchina romanista: «Mi auguro di vedere una bella partita e che ci sia fair-play. Mi piacerebbe un’accoglienza a livello della Roma e non come quella che abbiamo ricevuto all’andata. Poi, sul campo, come è ovvio, lotteremo».

Confermata per dieci undicesimi la squadra che ha vinto a Rotterdam, l’unico dubbio è a centrocampo: uno tra De Rossi, Pjanic e Keita lascerà il posto a Nainggolan. Iturbe non è al top, ma può essere un cambio utilissimo per uno degli attaccanti. Non convocati Maicon e Doumbia (lombalgia).