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Florenzi: «Corro, sfrutto le occasioni. E papà mi tiene coi piedi per terra»

Il processo sotto la Sud dopo la sconfitta contro la Fiorentina?: "Ho seguito Francesco (Totti) e Daniele (De Rossi). Se avessi potuto parlare ai tifosi avrei detto: la vostra rabbia è anche la nostra"

Redazione

Sempre connesso. Senza posto fisso. Vecchi sentimenti e nuove necessità. Un ragazzo di oggi. Alessandro Florenzi piace a tutti, anche ai non romanisti, perché ha i valori che il calcio ha smarrito. Il nipote di tutti per il bacio alla nonna, in tribuna all’Olimpico, dopo il gol al Cagliari (21 settembre 2014).

Autoritratto di Florenzi.

«Vivo a 200 all’ora, poi mi isolo due minuti e magari mi addormento su una sedia. Sfrutto al massimo quello che la vita mi dà: i momenti con la famiglia, il tempo con la mia fidanzata».

Campione d’Italia Primavera nel 2011, poi la cessione al Crotone…

«Mi dico: a Roma non ci torni più. Luis Enrique non mi aveva preso in considerazione, d’estate mi sono preparato da solo. Poi mi chiama Menichini e mi fa giocare in Coppa Italia. Terzino perché erano tutti infortunati. È la mia fortuna».

È il suo ruolo?

«Avessi fatto solo l’attaccante avrei giocato di meno. Però, cambiando spesso, devi avere il triplo della concentrazione».

Arriva Garcia e manda un sms a tutti i giocatori della Roma. Sabatini gli dice: il primo a rispondere sarà Florenzi. È così. Una paraculata?

«Ma no! È che avevo il telefonino acceso».

Altri usi del cellulare?

«Semifinale Europeo under 21 contro l’Olanda. Una guerra. Vinciamo 1-0 e litigo con Strootman. Quando lo compra la Roma vado da un amico, mi faccio scrivere un sms di pace in inglese e glielo mando. Quello fa paura».

Juventus-Roma 3-2. Totti: non ci faranno vincere mai. Garcia: vinceremo lo scudetto. Lei con chi stava?

«Stavo nel mezzo. Avevamo subito torti arbitrali, ma quella del mister è stata una scelta condivisa negli spogliatoi. Ci abbiamo provato, ma ne abbiamo pareggiate troppe».

Che spiegazione si è dato?

«Sfortuna. Infortuni. Molti di noi, io per primo, non eravamo preparati a tre partite a settimana».

Il gol più bello?

«In rovesciata contro il Genoa, nel campionato scorso».

Il gol che ha rivisto su You Tube?

«Quello di domenica. Una sgroppata sotto al sole, al 93’! Con Zeman, dopo un’ora, avevo bisogno della bombola ad ossigeno».

Il gol più emozionante?

«Quello con il bacio a nonna in tribuna. L’avevo promesso».

E il processo sotto la Sud dopo la sconfitta contro la Fiorentina?

«Ho seguito Francesco (Totti) e Daniele (De Rossi). Se avessi potuto parlare ai tifosi avrei detto: la vostra rabbia è anche la nostra».

Lo rifarebbe?

«Non lo so, non credo».

Sarà fatta una norma per impedire altri casi simili.

«Se c’è una regola, sai cosa devi fare».

La curva, dopo il gol al Genoa, ha cantato: vogliamo 11 Florenzi. Ha messo pace?

«Fino a che non avremo il 2° posto, i tifosi non saranno contenti. Ma non è una sciagura arrivare secondi. Ho visto Doumbia offeso per uno stop sbagliato e poi acclamato per un gol».

Che effetto fa Totti in panchina?

«Non è facile stare fuori. Tanto più per lui, che è il più bravo. Ma l’allenatore sceglie e bisogna rispettarlo».

Quando stava fuori lei?

«Pensavo a dare tutto nei minuti che mi erano concessi».

Se non avesse fatto il calciatore?

«Avrei fatto il barista».

Il suo consigliere?

«Il Baffo, mio papà. Viene a tutte le partite e la prima cosa che mi dice è: somaro!».

È pronto per un figlio?

«Spero presto. Non lo tormenterò, ma cercherò di avvicinarlo al pallone».

E se le dirà che il calcio non gli piace?

«Mejo ‘na coltellata».