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Di Francesco: “Nainggolan via per questioni economiche e situazioni passate. Stadio? Spero presto”

LaPresse

Le parole del tecnico rilasciate durante la preparazione a Trigoria: "La squadra deve essere un corpo unico, con un'unica anima".

Redazione

Sconfitta amara a San Diego per la Roma contro il Tottenham, che alla prima uscita importate dei giallorossi domina e vince 4-1. Tanto il lavoro da fare per Di Francesco in questi giorni, ma la strada da seguire è segnata. Il ritiro a Trigoria è stato un vantaggio, e proprio in quel periodo il tecnico ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera, pubblicata oggi. Eccone uno stralcio:

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Tutto questo ha creato aspettative più alte?

Non vorrebbe anche lei Cristiano Ronaldo in squadra?

"Troppo facile. Ai bianconeri ruberei Giorgio Chiellini".

L'anno scorso la sua Roma è arrivata terza in campionato e ha raggiunto la semifinale in Champions. Metterebbe una firma per ripetere questo risultato?

"No. Si fa questo lavoro per migliorarsi. Parlo di qualità di gioco, di gestione della squadra, di comportamenti..."

Comportamenti. È vero che dietro la cessione di Radja Nainggolan all'Inter ci sono anche problemi disciplinari? Lei a gennaio scorso lo tenne fuori da una match importante con l'Atalanta a causa di un video, comparso in Rete, in cui il Ninja fumava, beveva e bestemmiava.

"Con lui ho un bel rapporto, ci ho parlato. La cessione è legata sia a questioni economiche sia a situazioni accadute in passato. La scelta di tenerlo fuori nella prima partita del 2018 fu molto discussa, ma se si vuole portare avanti un'identità della squadra fatta anche di regole e di etica, a volte bisogna fare scelte che possono non piacere".

Lavora molto sulla motivazione.

"Prima delle partite mi capita di scrivere delle frasi motivazionali sulla lavagna dello spogliatoio o di inviarle ai ragazzi".

Dove le prende?

"Uno di quelli che cito di più è Nelson Mandela. Condivido l'idea che una squadra sia un corpo unico, con un'unica anima".

Un portiere, un difensore, un centrocampista, un attaccante.

"Gianluigi Buffon, Paolo Maldini, Zinedine Zidane e... se l'attaccante deve essere una prima punta... Ronaldo, il Fenomeno. Ronaldo e Zidane sono i più forti contro cui abbia mai giocato. Decisamente fuori dal normale".

Tra gli ex compagni?

"Francesco Totti su tutti"

Anche se fisicamente non era irresistibile.

"Quando ci allenava Zeman, Totti era sempre con me nel primo gruppo delle ripetute da un chilometro".

Oggi persino la Masia, la leggendaria cantera del Barcellona perde colpi: i giocatori vengono venduti giovanissimi ai club, voraci di talenti.

"Regnano gli interessi dei procuratori. Portano i ragazzi fuori dai vivai e li fanno subito guadagnare. Ma senza avere un progetto tecnico".

Il denaro fa comodo anche alle famiglie dei giovani calciatori.

"Sì, ma i soldi facili non serve alla crescita dei ragazzi. Un giovane dovrebbe passare attraverso un'evoluzione anche nei guadagni: per capire il valore del lavoro".

Lo stadio della Roma.

"Mi auguro che venga realizzato presto. Sarebbe giusto".

Per ora si son visti imprenditori e politici in arresto.

"Ho parlato con Mauro Baldissoni, direttore generale della Roma. Mi ha rassicurato sul fatto che noi non abbiamo a che fare con quelle vicende".

Gli stadi sono sempre più degli sfogatoi sociali, luoghi senza regole.

"Mi infastidisce molto quando ci vado e sento parolacce in libertà, anche di fronte a bambini piccoli. Mi passa la voglia. Ma sa la cosa che sopporto meno?"

Quale?

"Vedere i tifosi che invece di sostenere la propria squadra, hanno come proprio obiettivo principale quello di offendere gli avversari.