Daniele De Rossi può essere la chiave per rendere i giallorossi tatticamente più duttili, scrive Luca Valdiserri sul Corriere della Sera. Il capitano è tra i pochi a poter giocare indifferentemente nel 4-3-3 e nel 4-2-3-1, garantendo equilibrio in campo e possibilità di cambiare modulo anche nella stessa partita. La vittoria di Verona, contro l’Hellas, non può essere iscritta nelle grandi imprese giallorosse. Troppo debole l’avversario, incapace di imporre il suo gioco anche quando i veneti sono rimasti in superiorità numerica per l’espulsione di Pellegrini (prevista una giornata di stop).
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De Rossi, la chiave per una Roma flessibile
Il capitano è tra i pochi a poter giocare indifferentemente nel 4-3-3 e nel 4-2-3-1, garantendo equilibrio in campo e possibilità di cambiare modulo anche nella stessa partita
Su 13 vittorie in campionato ben 6 sono venute per 1-0 e l’attacco giallorosso resta l’ottavo del campionato (33 gol) a pari merito con Fiorentina e Torino. Contro il Benevento, domenica prossima (ore 20,45), Di Francesco dovrà fare a meno a centrocampo di Pellegrini e Nainggolan (squalificati) e di Gonalons (ancora infortunato). Il recupero di De Rossi sarebbe ancora più importante. In questo caso più probabile il ritorno al 4-3-3, con centrocampo Gerson-De Rossi-Strootman e attacco Cengiz-Dzeko-Defrel. Ma De Rossi ha giocato gran parte della sua carriera nel 4-2-3-1 e potrebbe benissimo fare coppia con Strootman. Più difficile, in questo caso, capire chi potrebbe fare il trequartista atipico alla Nainggolan. La soluzione più logica sarebbe Florenzi dietro a Dzeko, ma la "bravata" di Bruno Peres ha cancellato il brasiliano – che non gioca titolare in campionato dal 10 dicembre 2017 – dalle rotazioni in difesa. Non è un caso che, prima della chiusura del mercato, Di Francesco aveva detto che gli sarebbe servito più un terzino destro che un sinistro. Ed è arrivato Jonathan Silva.
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