rassegna stampa roma

De Rossi e l’insulto razzista, il rischio di stop è minimo

La Procura federale potrebbe aprire un fascicolo con immagini tv e articoli di stampa, riservandosi di interrogare le parti. Allo stato attuale, però, ci vorrebbe l’intervento della politica sportiva ai più alti livelli o della politica tout...

Redazione

Un giorno il frocio, l’altro lo zingaro. E, in sottofondo, il ritornello omertoso che «quello che succede in campo deve restare in campo». Il calcio italiano sa come farsi del male. L’immagine all’estero è pessima e le ultime uscite di Sarri (contro Mancini) e De Rossi (contro Mandzukic) non l’hanno migliorata, scrive Luca Valdiserri su "Il Corriere della Sera".

Il romanista non è stato deferito al Giudice sportivo. La Procura federale Figc non ha potuto inviare a Tosel le immagini del labiale dell’insulto («Stai muto, zingaro di m...») perché non rientrano nella casistica prevista. Si può essere squalificati per una bestemmia (infatti è successo) ma non per un insulto a sfondo razziale non sentito.

La mancata prova tv non significa che De Rossi sia del tutto al sicuro. La Procura federale potrebbe aprire un fascicolo con immagini tv e articoli di stampa, riservandosi di interrogare le parti. Allo stato attuale, però, ci vorrebbe l’intervento della politica sportiva ai più alti livelli o della politica tout court. Nel caso Optì-Pobà, però, questo non avvenne.