Daniele De Rossi, oggi festeggia i suoi 15 anni con la maglia della Roma. Non fu banale il suo esordio in giallorosso, il 30 ottobre 2001: in Champions League, allenatore Fabio Capello, contro l’Anderlecht (1-1) senza aver mai giocato prima in campionato. Il debutto in serie A arrivò parecchio più tardi: Como-Roma 2-0, il 25 gennaio 2003. Indimenticabile la prima da titolare, all’Olimpico: vittoria contro il Torino per 3-1 e primo gol. I numeri dopo quindici anni sono monumentali: 531 presenze con la Roma e 54 gol; 396 e 37 in serie A; 108 e 19 in nazionale (entrambi record per i giocatori della Roma).
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DDR, quindici anni di Roma e non sentirli
Da quel 30 ottobre 2001, in cui Capello lo buttò nella mischia in Champions, ne sono passate tante. Il desiderio è sempre lo stesso: vincere con la Roma
Il contratto conla Roma scadrà il 30 giugno 2017. Un giocatore così, a parametro zero, fa gola a tanti. Di sicuro negli States, ma si parla anche di un corteggiamento della Juve, partito proprio dai compagni di De Rossi in nazionale. Daniele ha fatto capire, spiega Luca Valdiserri al Corriere della Sera, che non è una strada praticabile. La sua volontà è restare alla Roma, sempre che la Roma sia della stessa idea. La stagione era partita male, con l’espulsione contro il Porto e una punizione a tempo: niente fascia di capitano per tre giornate (quelle della squalifica). Poi la risalita, perché De Rossi ha sempre pagato fino in fondo i propri errori, non si è mai lamentato ed è ripartito. «La vittoria nel Mondiale resta indimenticabile, ma io non nasco tifoso della nazionale. Nasco tifoso della Roma e da bambino sognavo lo scudetto». Vincerlo a quasi 34 anni non avrebbe prezzo. Vincerlo e restare alla Roma sarebbe davvero per sempre.
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