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Calcio malato L’estate violenta del pallone. Scontri, feriti e arresti. Anche la serie A ora ha paura

Gli scontri ci sono sempre stati, con gli ultrà novelli gladiatori in vetusti colossei, ma la novità della stagione 2015/16 sono le violenze estive

Redazione

Non è uno gioco per famiglie, almeno non Italia.

Anche perché non è un gioco ma un business, guidato da interessi economici, intorbidito dalla politica, brutalizzato dalla violenza ultrà.

L’estate del calcio è uguale all’inverno: botte, sangue, feriti, arresti. Il refrain è il classico di un Paese incapace di mettere a reddito l’industria pallonara .

Gli scontri ci sono sempre stati, con gli ultrà novelli gladiatori in vetusti colossei, ma la novità della stagione 2015/16 sono le violenze estive. Si è cominciato appena partiti i ritiri. Hanno acceso la miccia i tifosi della Lazio, picchiando ad Auronzo di Cadore un vicentino. La violenza non ha confine e pure in Europa i biancocelesti si sono distinti: 23 arresti prima della gara con l’Anderlecht .

Peggio hanno fatto le tifoserie di Bologna e Spezia. Si sono incrociate a Castelrotto, in Trentino. Il Fan Village attrezzato dai rossoblù per i bambini è diventato arena di scontri sotto gli occhi dei piccoli, con i giocattoli trasformati in armi. Le famiglie scappavano, i bambini piangevano e non perché alla fine i loro trattorini erano tutti insanguinati. «Fatti da condannare» ha detto la società, più netto l’ex capitano Marco di Vaio: «Una figura di m…». Punto, senza a capo però .