Domani la Roma torna ad affrontare lo Shakhtar Donetsk a distanza di tre anni dall’ultima volta, scrive Gianluca Piacentini sul Corriere della Sera. Un ricordo dolce, quello del 2018, perché eliminando gli uccisi, la squadra di Di Francesco conquisto il pass per andare a giocarsi i quarti contro il Barcellona di Messi. Questa lega la partita di tre anni fa a quella di domani proprio attraverso Bruno Peres: dal Paradiso all’Inferno, andata e ritorno.
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Bruno Peres e lo Shakhtar: serve un altro “miracolo” per il rinnovo
Il brasiliano ha trovato un buon feeling con Fonseca e se ci fosse anche solo una possibilità di restare a giugno lui se la vuole giocare
Fu un suo piede quasi sulla linea di porta ad evitare nella gara di andata il 3-1 per i padroni di casa, un risultato che avrebbe reso molto complicato il ritorno, poi finito 1-0 grazie al gol di Dzeko. Quello, probabilmente, è stato il gol più altro della carriera romanista di Bruno Peres che, però, non fu in grado di sfruttare a dovere la scia positiva. A fine stagione tornò in Brasile dove, in un anno e mezzo, non è riuscito a trovare continuità e serenità.
Un anno fa Petrachi lo ha richiamato a Trigoria perché era, ed è, ancora proprietaria del cartellino. Ha deciso di sfruttare in pieno la nuova occasione, ha cambiato agente (ora lo segue l’agenzia di Totti) e ha trovato un buon feeling con Fonseca. A giugno, probabilmente, sarà addio (ha offerte in Italia, Spagna e Portogallo) ma se ci fosse anche solo una possibilità di restare Bruno Peres se la vuole giocare. Il suo sogno l’ha espresso: “Mi piacerebbe finire la carriera qui alla Roma”. Difficile, non impossibile.
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