Sarà una novità tattica per la Roma ma anche per José Mourinho, che di notti europee ne ha vissute tantissime, scrive Luca Valdiserri sul Corriere della Sera. Per la prima volta, visto che il regolamento sui gol segnati in trasferta è cambiato da questa stagione, la Roma affronta la partita di ritorno di una sfida a eliminazione diretta in assoluta parità con l’avversaria. Che in questo caso è il Leicester, con in palio la finale di Conference League contro la vincente di Olympique Marsiglia-Feyenoord (andata: 2-3), in programma a Tirana il prossimo 25 maggio.
Corriere della Sera
Attacco o attesa? Per la prima volta un ritorno davvero in parità
L'unico “plus” per i giallorossi sarà l’Olimpico tutto esaurito e un tifo che ha paralizzato il Bodo Glimt ancor prima del fischio d’inizio
Si inizia dall’1-1 di una settimana fa (gol di Pellegrini, autogol di Mancini) ma il gol segnato in trasferta non dà più vantaggio. Si parte veramente da 0-0, l’unico “plus” per i giallorossi sarà l’Olimpico tutto esaurito e un tifo che ha paralizzato il Bodo Glimt ancor prima del fischio d’inizio. Attaccare? Difendersi? Temporeggiare? Il vantaggio è che subire gol in casa non è più così terribile: si va ai supplementari anche con il 2-2, il 3-3 e così via. Lo svantaggio è che, fino all’anno scorso, il Leicester sarebbe stato costretto a correre qualche rischio in più per schiodare lo 0-0.
Mourinho ha sempre ammesso di essere un "risultatista" e non un "giochista". Prepara le gare, insieme al suo staff, con meticolosa precisione. Ha uno schema di base – negli ultimi mesi il 3-4-2-1 o il 3-4-1-2 – ma è sempre ricco di soluzioni studiate ad hoc e mosse per neutralizzare i punti di forza avversari. Nella gara di andata il Leicester ha sofferto gli improvvisi ribaltamenti di fronte, da destra a sinistra e da sinistra a destra, visto che la squadra di Rodgers cerca sempre la pressione di più giocatori sul portatore di palla. È probabile che sia uno schema utile anche domani.
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