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Gravina: “C’era chi voleva bloccare il calcio. La ripresa dei campionati ha dato entusiasmo”

Così il presidente della Figc: "E' stato un momento difficile, correnti di pensiero miravano a bloccare la ripartenza"

Redazione

Il presidente della Figc Gabriele Gravina, in un'intervista rilasciata a "Sky Sport", ha parlato dello stop dei campionati nella prima metà del 2020. Queste le dichiarazioni del numero uno della Federcalcio: "E' stato un momento difficile, qualche momento di sconforto, di solitudine in alcuni frangenti in cui capita di riflettere, di pensare soprattutto proiettando le conseguenze negative che sarebbero derivate dal blocco dall’annullamento del campionato, soprattutto dal campionato di Serie A".

Quante sono state le sere che lei è andato a dormire pensando 'non si gioca'?

Sono state tante. Questo altalenarsi di idee positive e negative, speranza con momenti di depressione: sapevamo tutti che il momento era particolarmente difficile, momento dove dovevamo contemperare l’esigenza della tutela della salute e contemporaneamente proporre l'idea di giocare al calcio. Questa era una contraddizione che sicuramente generava anche al nostro interno delle incrinature, che abbiamo comunque saputo ricucire e comunicare nella giusta maniera a tutti i nostri tifosi.

Io non ho salvato nulla, ho solo svolto il mio ruolo con grande coscienza e senso di responsabilità, chiedendo aiuto a tutti coloro che avevano voglia di dare un grande contributo all’interesse, alla tutela dell’interesse del calcio italiano. Sottolineo: sapendo che bisognava comunque lanciare dei messaggi diversi rispetto al semplice giocare al calcio. Noi avevamo l’esigenza di toccare le corde giuste della sensibilità che ci serviva e questo è stato uno dei successi più grandi che noi possiamo scrivere oggi.

Abbiamo agito con grande determinazione. Ci sono stati dei momenti in cui avevo intuito che si organizzavano pensieri, correnti di pensiero che miravano a bloccare la ripresa del nostro mondo, solo perché altre attività erano state bloccate, non capendo fino in fondo quella che è la vera forza, la vera dimensione del mondo del calcio. Il calcio rappresenta un panorama, uno scenario molto più complesso e articolato rispetto a un atteggiamento più complesso rispetto alla dimensione economica.

Qual è la cosa di cui va più orgoglioso?

La massima soddisfazione io l'ho avvertita e condivisa con i miei collaboratori nel momento in cui abbiamo visto quanto entusiasmo aveva generato la ripresa di quei campionati. Aver privilegiato il valore della competizione sportiva ed aver premiato tanti sacrifici di tanti dirigenti credo che sia il massimo della soddisfazione, quando qualcuno copre un ruolo di grande responsabilità come il mio. La nostra Nazionale ha dato un grande valore aggiunto, rappresenta ancora oggi un fiore all’occhiello di questa nostra gestione, grazie al tecnico Mancini, ai calciatori, e al club Italia.